La recensione su Death of a Unicorn

di ANdaMI

6 stelle

Elliot e sua figlia Ridley (Paul Rudd & Jenna Ortega) stanno viaggiando in auto per raggiungere la villa del ricco capo di lui, con l'intenzione di trascorrerci il weekend. Lungo la strada, però, Elliot investe una strana creatura e, convinto di averla uccisa, la nasconde nel bagagliaio. Giunti a destinazione, l'unicorno (perché di questo si tratta) dà segni di vita e si mostra a tutti i presenti. Da lì in poi, la situazione si farà sempre più strana e pericolosa, complice il fatto che l'animale sembra essere dotato di fenomenali abilità curative. Una trama dalle premesse interessanti quella di Death of a Unicorn, pellicola prodotta da A24 a metà strada tra il fantasy e la commedia e a cui non mancano bizzarri elementi horror. Sceneggiatura e regia sono attribuibili all'esordiente Alex Scharfman mentre il resto del cast, tolti i due protagonisti, comprende: Richard E. Grant, Téa Leoni, Will Poulter, Jessica Hynes e Anthony Carrigan.

Al giorno d'oggi, il sistema capitalista che regge le sorti del mondo scricchiola sempre più rumorosamente, con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Al di là di slogan triti e ritriti, anche ad Hollywood devono essersi accorti di questo. Death of a Unicorn è, di conseguenza, l'ennesimo film che mette in scena la famiglia schifosamente ricca (e rigorosamente caucasica) i cui membri sono uno più egoista e superficiale dell'altro. La creatura dal manto bianco, uccisa e in seguito resuscitata, si fa invece emblema di una natura innocente, ma al contempo pericolosa, che l'uomo che tutto possiede cerca di domare per fini economici e personali. La soluzione non potrà che essere quella pacifista, ecologista e comprensiva che ha nei giovani il proprio centro. Ecco spiegata l'utilità del personaggio di Jenna Ortega, eroina della storia che deve anche ricucire il rapporto con il padre, quest'ultimo troppo impegnato a servire i "padroni" per accorgersi dei rischi a cui tutti stanno andando incontro. Se, effettivamente, il rapporto padre-figlia è una delle cose più interessanti e riuscite del film, complice un Paul Rudd ben calato nella parte e una Ortega credibile nel ruolo della teenager anticonformista, la critica sociale delle classi più agiate è eccessivament sempliciotta e didascalica, gonfiata a dismisura da siparietti comici che a volte funzionano, altre volte no. Certo, il film non ha problemi di ritmo, né di regia o di montaggio e l'unicorno, pur essendo fatto al computer, non è affatto male da vedere. Ciononostante, l'aspetto fanta-horror, che arriva un po’ troppo tardi rispetto alle ottimistiche previsioni, poteva, ed anzi doveva, osare di più. Timido nelle sequenze splatter e a corto di idee davvero originali, Death of a Unicorn è talmente concentrato a far passare il suo messaggio pro-natura e antiborghese da non accorgersi di aver poco curato la componente survival, che in fin dei conti si lascia guardare ma non ti svolta la serata.

Jenna Ortega, Paul Rudd, Will Poulter, Téa Leoni

Death of a Unicorn (2025): Trailer ufficiale italiano

Alla fine, quella di Scharfman è una pellicola passabile, anche se molto meno incisiva di quanto vorrebbe essere. Non sarà un grande film ma non è nemmeno una schifezza. Essa è, in poche parole, una comune via di mezzo. Sicuramente non ti esalta ma non ti fa nemmeno pentire di averci perso dietro quell'ora e quarantacinque che dura.

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