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Trama

Il protagonista del film, Orfeo (Luca Vergoni), fin da bambino, costruisce immaginazioni attorno a una villa abbandonata di fronte a casa sua. Diventato pianista, solitario e visionario, trascorre le sue serate al Polypus, il locale in cui suona, fino al giorno in cui incontra lo sguardo di Eura (Giulia Maenza). Tra i due nasce un amore intenso e totalizzante, ma segnato dal mistero: Eura porta con sé un segreto e a un certo punto scompare. Una notte, Orfeo la scorge varcare una piccola porta su via Saterna, proprio davanti alla villa. Decide di seguirla.

Prima della soglia, incontra l’Uomo Verde, figura enigmatica che sembra conoscere i misteri di quel passaggio. Oltre la porta si apre un aldilà visionario, popolato da creature fantastiche come le Melusine, il Mago dei Boschi e processioni di scheletri. Nella villa, Orfeo si imbatte nella Giacca, un diavolo custode che prende possesso del suo corpo per rivivere, attraverso la musica, memorie perdute.

La Giacca, infine, gli rivela il destino di Eura: è alla stazione, in partenza su un treno poggiato al suo pianoforte. Solo una porta che si aprirà a mezzogiorno sul leggio può consentirle di tornare indietro. Orfeo corre, riesce a salutarla un’ultima volta e, al risveglio, stringe fra le dita l’anello di lei. Tornato al pianoforte, continua a suonare per Eura, custodendo il loro amore nei ricordi, nei sogni e nelle note.

Con il film Orfeo, Virgilio Villoresi adatta Poema a fumetti di Dino Buzzati trasformandolo in un viaggio sensoriale e simbolico, che mescola cinema, animazione artigianale e illusioni ottiche. “Orfeo nasce da un immaginario che sentivo vicino,” spiega il regista a proposito del film. “Ho scelto un ritmo che seguisse la logica instabile del sogno, girando in 16mm, costruendo scenografie a mano e usando tecniche legate a effetti ottici concreti. Le animazioni sono in stop motion, mentre una sequenza di danza fonde found footage di repertorio con nuove coreografie, in un omaggio intimo a mia madre, ballerina”.

Il risultato è un’opera che attraversa mito, amore e perdita attraverso un linguaggio che unisce sperimentazione e memoria personale.

Note

Continua qui: Orfeo, l’aldilà visionario ispirato da Buzzati

 

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