Regia di Pierre Perifel, JP Sans vedi scheda film
Prima ancora che cinematografico, Troppo Cattivi (o The Bad Guys in originale) nasce come opera letteraria di Aaron Blabey che, nel 2015, immagina una banda di animali antropomorfi impegnata a compiere buone azioni in modo di ripulire la propria reputazione, e per non essere più visti soltanto come criminali, ma puntualmente, e nonostante tutta la loro buona volontà, tutti i loro esilaranti sforzi finiscono per metterli ancora più nei guai.
Questa la premessa della graphic novel illustrata per bambini di Blabey che, nel 2018, dopo tre anni e ben otto albi pubblicati, attira l'attenzione di DreamWorks Animation e della Universal Pictures e, nel 2022, arriva la prima trasposizione cinematografica per la regia di Pierre Perife, rivelandosi un sorprendente successo di pubblico, tra l’altro in pieno periodo post pandemico, con 250 milioni di incasso globali e un generale apprezzamento da parte della critica, e che deve molto anche al suo stellare cast vocale originale (Sam Rockwell, Marc Maron, Awkwafina, Craig Robinson, Anthony Ramos, Richard Ayoade, Zazie Beetz, Alex Borstein e Lilly Singh).

Inevitabile quindi un sequel che, in ambito cinematografico, però non sempre riesce a rispettarne le aspettative.
Nel frattempo, però, il team di autori non è rimasto con le mani in mano avendo avuto modo di sperimentare e mettersi alla prova con altri titoli paralleli e con due speciali finiti poi su Netflix, uno natalizio che funge da prequel e uno studiato invece appositamente per Halloween.
Il “vero” sequel animato vede il ritorno del francese Pierre Perifel alla regia, affiancato questa volta da JP Sans, ed esattamente come il primo capitolo, riprende pedissequamente l’originalità dell’intreccio e delle soluzioni narrative, anzi forse risulta ancora più pragmatico e prevedibile per un archetipo che fatica a liberarsi della propria gabbia di metafore e allegorie, rivelandosi alla fine sia la sua forza espressiva che un suo limite.

Il primo, in fondo, era figlio del suo tempo, inteso non tanto come reiterato omaggio a Lupin 3 o alla saga di Ocean’s Eleven ma per un’animazione che seguiva le orme dell’enorme successo di Spider-Man - un nuovo universo e, in termini strutturali e narrativi, il nuovo capitolo ricalca quasi interamente il suo predecessore, sia nelle svolte che nelle modalità per le quali accadono.
Al contrario, è invece nell’animazione che il coloratissimo Troppo Cattivi 2 appare più fluido, armonico ed elegante, anche per un certo fascino cinefilo e per la costruzione dell’azione che si rifà moltissimo alla saga di Mission Impossible (e che, dato il finale, per i prossimi capitolo diventerà probabilmente sempre più imprescindibile).
Per una pellicola in cui la trama non è che un orpello o un esile pretesto, la sceneggiatura di Etan Cohen (quello di Tropic Thunder, Madagascar 2 e Men in Black 3 e da non confondere con quello di Fargo e de Il grande Lebowski), lo stesso Blabey e Yoni Brenner (Tarzan, Rio 2 - Missione Amazzonia, L'era glaciale - In rotta di collisione) non si fa problemi a mostrarsi come una variante per bambini (e adolescenti) dei vari spy thriller contemporanei, soprattutto la seconda fase di Fast and Furious di cui cita apertamente i cliché e parodizza le già di per sé improbabili dinamiche (familiari e non).

Il risultato è un action demenziale che non si ferma (quasi) mai, che si acqueta un po' nel mezzo e si perde, giusto un filino, poco prima nel finale, ma che inala un’idea dopo l’altra, che indubbiamente fa tesoro di quanto raccolto dalla Dreamworks riguardo al racconto visivo di genere ma che si sforza anche di capire dove può spingersi una certa idea di cinema (action in questo caso) se si esce un po’ dal seminato.
Ben più del predecessore, quindi, Troppo cattivi 2 si rivela un personale banco di prova per un’animazione particolarmente ipercinetica, accattivante, instancabile anche nel giocare con le combinazioni di 2D & 3D (sulla scia proprio degli Spider-Verse della Sony) o a ridisegnare la sinergia tra Oriente e Occidente ma è, soprattutto, un laboratorio che ricerca le nuove potenzialità di un’animazione che permetta momenti tecnicamente impensabili nel cinema dal vivo, superandone i vincolo e ampliandone le possibilità.
E decretando, quindi, anche la superiorità (almeno tecnica) dell’animazione rispetto al semplice (e vetusto?) racconto dal vivo?
Vedremo.

VOTO: 6
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