Lasciato quasi vent'anni prima dalla moglie, Shukichi ha due figlie, Takako e Akiko: la prima è sposata, ma i suoi difficili rapporti col marito la inducono a tornare spesso dal padre; la seconda, più giovane, ha una relazione e rimane incinta. Un giorno però la madre si rifà viva...
Splendido melodramma sulla crisi della famiglia e sullo strascico di dolore che si lascia dietro la disgregazione dei rapporti familiari. Lo stile trattenuto e composto di Ozu contiene in una cornice rigorosissima la materia incandescente di un melo ribollente di sofferenza e di sofferenza e di bisogno d' affetto frustrato e tradito.
Alla mia età per essere stimolato a scrivere di cinema ho bisogno di vedere film che mi colpiscano in profondità per il valore estetico ed emotivo, il che avviene raramente per le produzioni contemporanee: se oggi mi permetto di scriverne è perché ho visto su Rai Play alcuni bellissimi film di Ozu, autore che anche quando non ha realizzato capolavori non è mai… leggi tutto
Alla mia età per essere stimolato a scrivere di cinema ho bisogno di vedere film che mi colpiscano in profondità per il valore estetico ed emotivo, il che avviene raramente per le produzioni contemporanee: se oggi mi permetto di scriverne è perché ho visto su Rai Play alcuni bellissimi film di Ozu, autore che anche quando non ha realizzato capolavori non è mai…
La famiglia del maturo impiegato di banca Shukichi conduce un'esistenza per nulla serena. La figlia maggiore Takako è tornata a vivere dal padre con la sua bambina , non andando più d'accordo con il marito che ha problemi con l'alcool. La figlia minore Akiko è sempre ombrosa, ostile e misteriosa e vaga di notte alla ricerca di un amico di nome Kenji. Arriva…
Quando fu chiesto al regista Wim Wenders cosa fosse per lui il Paradiso disse: "la cosa piu' simile al Paradiso che abbia mai incontrato e' il cinema di Ozu". Da non dimenticare il sorriso di una delle muse del regista…
Un banchiere, che anni prima era stato abbandonato dalla moglie, ha due figlie: la maggiore, malmaritata, torna a vivere da lui con la figlioletta; la minore frequenta compagnie poco raccomandabili, rimane incinta di uno scioperato e decide di abortire. Il ritorno in città della madre fa da detonatore alle tensioni latenti. Ozu racconta una delle sue consuete vicende di incomprensioni…
E' di gran lunga il film più "nero" ("crepuscolare", direbbe qualche affezionato alla parola) fin qui visto di Ozu; lo è come stile, come immagini, come fatti descritti; ma non mi pare affatto pessimista, né "un altro film sulla decadenza della famiglia", come è stato definito da Tomasi secondo un cliché di Ozu tradizionalista, cliché che ho già…
In questo film, la quotidianità inscatolata tipica del cinema di Ozu cerca di contenere l'incontenibile, ossia le relazioni sfuggenti, i legami inconsistenti, le unioni disgregate. Le mura simboleggiano le onnipresenti barriere del silenzio e delle incomprensioni, mentre i corridoi, le strade e le linee ferroviarie indicano una folla di anime solitarie in transito, non si sa verso…
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Commenti (5) vedi tutti
Uno dei film più amari e toccanti del grande regista, qui insolitamente cupo e sconsolato.
leggi la recensione completa di vermeverdeSplendido melodramma sulla crisi della famiglia e sullo strascico di dolore che si lascia dietro la disgregazione dei rapporti familiari. Lo stile trattenuto e composto di Ozu contiene in una cornice rigorosissima la materia incandescente di un melo ribollente di sofferenza e di sofferenza e di bisogno d' affetto frustrato e tradito.
leggi la recensione completa di port crosTra le vette del cinema di Ozu. Irraggiungibile, inimitabile.
commento di monsieur opalBen 134' di Sonno profondo ... ! voto.0.
commento di chribio1Voto 7,5. [16.09.2010]
commento di PP