Regia di Paolo Strippoli vedi scheda film
Un film sottovalutato, teso e inquietante, che racconta il dolore e le fragilità dei personaggi in una comunità apparentemente serena.
La valle dei sorrisi (2025) segna un passo importante nel percorso di Paolo Strippoli. Rispetto agli esordi con A Classic Horror Story (2021) e Piove (2022), il regista mostra sicurezza narrativa e stilistica, costruendo un’atmosfera in cui la calma apparente cela inquietudini profonde. Il film affronta il dolore e la rimozione con uno sguardo diretto e intenso, disegnando un mondo emotivamente stratificato e memorabile.
Sergio Rossetti (Michele Riordino), insegnante di educazione fisica, si trasferisce a Remis, un paesino isolato tra le Alpi. Gli abitanti vivono in una serenità surreale, scandita da un rituale misterioso: una volta alla settimana si riuniscono per abbracciare Matteo Corbin (Giulio Feltri), un adolescente introverso capace di assorbire il dolore e l’angoscia degli altri. Sergio, segnato da un passato doloroso, sospetta che l’apparente armonia nasconda qualcosa di inquietante. La sua determinazione a proteggere Matteo lo porterà a scoprire verità scomode e a risvegliare forze oscure nella comunità.
La valle dei sorrisi (2025): Michele Riondino, Giulio Feltri, Roberto Citran
Strippoli intreccia i conflitti interiori dei personaggi con l’ambiente circostante, accentuando tensioni e fragilità, mentre Cristiano Di Nicola alla fotografia cattura paesaggi e architetture modulando luce e composizione per intensificare il peso emotivo di ogni scena. Silenzi, pause e movimenti calibrati degli attori costruiscono un’atmosfera sospesa, dove ogni dettaglio amplifica un senso di disagio e mistero, in un contesto immaginario che prende vita in location reali delle Alpi del Friuli-Venezia Giulia (Tarvisio, Malborghetto, Pontebba e Sappada). Strippoli ha voluto creare un luogo credibile ma leggermente artificiale, accentuando l’inquietudine sotto la superficie di una serenità apparente.
La colonna sonora, firmata da Federico Bisozzi e Davide Tomat, utilizza sonorità elettroniche minimali e ambientazioni sonore cupe, creando un senso costante di ansia e mistero. La musica amplifica le emozioni dei personaggi e rafforza l’ambientazione isolata e surreale del paese, completando il lavoro visivo e narrativo.
La valle dei sorrisi (2025): Giulio Feltri
La sceneggiatura, curata da Strippoli insieme a Jacopo Del Giudice e Milo Tissone, mette al centro emozioni represse e traumi non elaborati, trasformando ogni gesto e parola dei personaggi in un riflesso della tensione emotiva già suggerita da fotografia e musica. Il film funziona anche come un doppio coming of age: Matteo cerca un legame paterno, Sergio affronta le proprie ferite.
La valle dei sorrisi (2025): Michele Riondino, Giulio Feltri
Michele Riordino, nei panni di Sergio, sostiene il film tra vulnerabilità e rigidità, trasmettendo il proprio dolore. Giulio Feltri, che interpreta Matteo, usa silenzi e sguardi per creare un alone di mistero e inquietudine, mostrando la tensione che attraversa la comunità di Remis. Romana Maggiora Vergano aggiunge delicatezza e introspezione, mentre Paolo Pierobon e Roberto Citran completano il quadro con interpretazioni misurate, rafforzando il senso di straniamento e rendendo il paese credibile e inquietante.
La valle dei sorrisi (2025): Michele Riondino, Paolo Pierobon, Romana Maggiora Vergano
La valle dei sorrisi non è solo un miglioramento rispetto ai precedenti film di Strippoli, ma una vera maturazione. Le critiche che avevano colpito A Classic Horror Story (2021) per la sua dipendenza da stereotipi o Piove (2022) per alcuni momenti di astrazione e per l’uso spettacolare del trauma qui trovano risposta: il film conserva la forza visiva e la tensione, temperandole con una profondità psicologica notevole.
Merita di essere difeso — non perfetto, ma necessario — perché sceglie la durezza invece della facilità, la verità al posto della consolazione. La critica che lo ha snobbato sembra non aver colto appieno questa capacità di trattare temi delicati con profondità e sobrietà.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta