Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: TRE AMICHE
Tre amiche si colloca tra i racconti morali di Eric Rohmer e le commedie al vetriolo che spaccano in due le coppie borghesi alla Woody Allen.
Emmanuel Moret con la scusa di raccontare un girotondo sentimentale che vede coinvolte le tre amiche del film, in realtà realizza un Je Accuse contro l’amore vissuto dalla sua generazione che dietro ai sorrisi e agli aperitivi si nasconde un lato oscuro del cuore che non solo impedisce loro di amare ma di farlo nella maniera più dolorosa e cattiva possibile.
La voce fuori campo alla Allen, nervosa e rincuorante al tempo stessa, è quella di Victor un fantasma dell’amore che ha il volto pacioso e rassicurante di Vincent Macaigne.
L’uomo che unisce le relazioni pericolose di tre amiche del cuore e ne racconta le dinamiche altrettanto pericolose che faranno emergere “Un vorrei ma non posso” sentimentale.
Le Tre Amiche sono Joan insegnante di inglese compagna di Victor che vive con un profondo senso di colpa il fatto che non ami più il suo uomo e padre di sua figlia che tra l’altro la venera, Alice anche lei insegnante e collega di Joan e Victor che invece vive benissimo il fatto di non amare intensamente il suo compagno Eric anzi è la cosa che fa funzionare il loro rapporto di coppia e Rebecca la vera testimone dell’ipocrisia di queste tre amiche, amante e innamorata di Eric che inizia a stare stretta il ruolo dell’altra e confidente dell’amica tradita.
Il coraggio di Joan di lasciare Victor e la relativa non accettazione dell’uomo che morirà successivamente in un incidente stradale innesca un meccanismo di “Effetto Domino” che mette in profonda crisi tutte le anime in pena del film.
A complicare la situazione è l’ingresso di Thomas, il professore chiamato a sostituire Victor e che diventa vicino e innamorato silenzioso di Joan.
Moret è bravissimo nella scelta del cast femminile perché la loro bellezza incarna al meglio la complessità emotiva dei personaggi.
Camille Cottin ha quella bellezza intensa e fredda al tempo stesso che rende Alice una donna bloccata nel suo non osare e accontentarsi, India Hair coi suoi silenzi e il suo sguardo che parla al posto trasforma la sua Joan in una vera mina vagante di questo girotondo sentimentale mentre la fisicità imponente di Sara Forestier rende la sua Rebecca la vera anima gioiosa di questo film.
Scritto molto bene con situazioni e frasi che ti mettono di fronte agli inganni della vita e che ti fanno scegliere la scelta di comodo e non quello che forse sia meglio per te, Emmanuel Moret è molto bravo a mettere in scena situazioni che possono far parte del nostro quotidiano ma senza mai sfiorare il ridicolo.
Molto intensa la scena dell’addio tra Joan in pieno senso di colpa e il Victor che non accetta quella fine perché il suo amore è talmente forte che compensa anche l’assenza di Joan.
Molto alleniano il weekend dei tradimenti dove Alice e Eric si rendono conto di essere gelosi l’un dell’altro e Rebecca capisce che l’amante è un ruolo che non vuole più fare.
Dietro la leggerezza e un tono sempre molto sommesso, Moret riesce a raccontare come l’amore sia comunque un oggetto molto misterioso con dinamiche che ti lascia più l’amaro in bocca che le farfalle nello stomaco. Come se la felicità di una persona porta inevitabilmente l’infelicità dell’altra. Come una fetta di torta che ti viene data quando meno te lo aspetti mentre sei predisposta ad accettare il tuo destino
Voto 7
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