Regia di Giovanni Dota vedi scheda film
Dopo essersi dati battaglia per le ferie estive, due infermieri di un ospedale napoletano si contendono quelle natalizie con una scommessa: l'arrivo di un paziente malmesso per uno dei due (Buccirosso) - con amante in loco (Sabatino) e marcato strettissimo da una moglie vaiassa (Forte) - è una questione di poche ore. L'altro (Musella), infingardo e disposto a qualsiasi colpo basso, punta sull'esito opposto. Nel frattempo, in ospedale arrivano i figli del moribondo e un paziente con qualche rotella fuori (Paone) posto si aggira per il nosocomio, spacciandosi per medico.
Al suo secondo lungometraggio (il primo fu Koza nostra), Giovanni Dota firma una commedia d'attore, affidandosi a due interpreti in stato di grazia: il solito, impeccabile Carlo Buccirosso, con la sua mimica lunare erede delle grandi maschere napoletane, e un Lino Musella in versione perfida e con una caratterizzazione ben diversa dalle precedenti. I due sono i mattatori di un'opera di chiaro impianto teatrale, con unità di tempo e di luogo, nella quale qualche elemento scappa via dalla sceneggiatura (che fine fa il detenuto?) e qualche altro calca eccessivamente la mano sulla farsa.
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