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Flow - Un mondo da salvare

Regia di Gints Zilbalodis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Flow - Un mondo da salvare

di obyone
7 stelle

 

scena

Flow - Un mondo da salvare (2024): scena

 

Flow - Un mondo da salvare.

Sarebbe interessante sapere da Teodora Film Distribuzione quale sia il mondo da salvare perché, qualsiasi punto di vista si adotti dinnanzi allo scenario descritto da Gints Zilbalodis e Mat?ss Kaža, non si percepisce la necessità di preservare il pianeta da un'ipotetica fine. Sotto il profilo antropico, l'assenza di esseri umani, la casa "abitata" da gatti e la città fantasma ci raccontano un'apocalisse che ha lasciato solamente il silenzio. Dunque il mondo, come lo intendiamo noi, è già trapassato. L'umanità non c'è più e non c'è nulla da fare per rendere vivibile il pianeta per una specie estinta. Non avrebbe nemmeno senso, perché se l'uomo non esiste più, verrebbe a mancare lo scopo della preservazione e gli strumenti (umani) necessari a proteggere quell'habitat che, assai probabilmente, egli stesso ha contribuito a distruggere.

Se, invece, ascoltiamo il cinguettio degli uccelli, il rumore del bosco e l'assordante flusso delle acque, adottando cioè un punto di vista meramente naturalistico, allora è chiaro che il mondo di cui si parla si è salvato da solo sbarazzandosi della specie più invasiva tra quelle presenti nel suo ecosistema.

È l'estinzione stessa dell'uomo ad avere preservato il pianeta dall'inevitabile.

Ergo non c'è un mondo da salvare.

Certo, c'è una marea che sale e scende in maniera repentina e del tutto inaspettata, anticipata dallo scalpiccio potente degli zoccoli ungulati dei cervi e dal volo degli uccelli che, di punto in bianco, non trovano più il ristoro dei rami. Il pianeta è irrequieto e le specie animali, adattatesi al cambiamento, devono comunque lottare per la sopravvivenza.

Il costante flusso d'acqua minaccia il già fragile equilibrio ma la natura sa rigenerarsi e splende di bellezza tra i chiaroscuri del sottobosco ed il verde intenso della vegetazione. I pesci rimpolpano le acque di colori corallini mentre i simpatici lemuri sembrano in grado di occupare la nicchia lasciata dall'uomo imitandone il comportamento narcisista.

Nel nuovo ecosistema tocca alle scimmiette del Madagascar a dare il via ad una nuova stagione dell'evoluzione. Intanto i primati dalla coda a righe si agghindano di corone e gioielli e, come gli uomini, arraffano tutto quello che trovano, ammaliate dalla bellezza e dal desiderio di possedere ciò che in realtà non serve. Emblematico è lo specchio da cui apprendono il senso di sé mentre scoprono l'individualità prevaricante che spesso ha portato guai nella storia dell'umanità estinta.

 

scena

Flow - Un mondo da salvare (2024): scena

 

Ma l'arca di Noè è abitata da altri curiosi animali: un gatto nero, un labrador, un kapibara ed un uccello segretario. A turno ogni animale occupa un posto diverso all'interno dell'imbarcazione di fortuna che li traghetta qua e là durante la quarantena del diluvio. Gli animali sopravvivono, così, all'accelerato innalzamento delle acque e alla scomparsa delle terre emerse. Un po' alla volta mettono da parte le loro paure evolvendo le loro capacità cognitive e relazionali. Da singoli individui diventano membri dello stesso singolare branco.

Non c'è una vera e propria narrazione nel film di Gints Zilbalodis, ma un flusso d'acqua che spinge gli animali dell'arca a sopravvivere in un ambiente tanto bello quanto ostile. Non c'è una meta bensì un viaggio ricco di incognite. Gli amanti dei gatti andranno pazzi per i classici atteggiamenti dei loro animali preferiti ma c'è molta attenzione anche nei confronti del labrador che nonostante l'indifferenza del felino non perde la bonaria pazienza adottata con gli umani in secoli di fedeltà incondizionata. Il serpentario è certamente l'animale più sofisticato ed elegante mentre il roditore è il più curioso per quel suo atteggiamento fintamente distaccato.

Zilbalodis utilizza gli animali per darci una lezione sui valori della famiglia, della collettività e e dell'amicizia, una lezione ancora più concreta se si pensa che ciascuna delle creature disegnate dal team del regista lituano non è antropomorfa, ma descritta nei suoi tipici comportamenti animali. Potente, a questo proposito, appare lo scontro tra serpentari che lottano per la supremazia all'interno dello stormo. Da un punto di vista antropologico ha un significato importante allorché rimarca la possibilità dello sconfitto di appartenere, comunque, ad un gruppo libero e non influenzato da regole e condizionamenti tipici di una classe sociale predefinita.

Insomma questi animali sono quello che sono, non parlano, non camminano su due zampe, non si comportano come uomini e donne ma ci dicono cosa dovremmo fare di fronte ad un amico in pericolo o a bocche da sfamare allineate intorno ad una "tavola" vuota. E ad un certo punto del viaggio finiscono per riposare assieme nell'unico angolo asciutto dell'imbarcazione dimostrato una complicità inimmaginabile all'inizio del viaggio.

Meno chiaro appare l'apporto del fiero rapace bianco che per la maggior parte del tempo assume il mitico ruolo del traghettatore infernale e lascia il suolo terrestre in una celestiale ascesa al cielo. Anch il ruolo del cetaceo è piuttosto fumoso. Pur non appartenendo alla ciurma che governa la barca a vela, si prodiga per salvare la vita al gatto, suo capitano. Morirà? O forse no come le scene "post credit" sembrano suggerire? La vita non è forse così? Sfida la morte e la sconfigge nella proliferazione delle specie

"Flow" è simile, per contenuto, a molti altri film del genere apocalittico, anche animati. Impossibile non pensare a certi lavori di Miyazaki per questioni ambientaliste e al recente "Robot selvaggio" di Dreamworks per la coesione raggiunta da individui diversi di fronte ad un comune nemico. Quel che risulta diverso è la realistica rappresentazione del mondo animale benché il disegno a macchie che toglie contorni e profondità ai soggetti in primo piano, con una tecnica di disegno che ricorda la scarsa definizione dei videogiochi di "una volta", ci metta di fronte ad un mondo magico e carico di valori simbolici e personaggi mitologici. 

 

Sala della Comunità - Vò di Brendola (VI) 

 

scena

Flow - Un mondo da salvare (2024): scena

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