Regia di Lorcan Finnegan vedi scheda film
The Swimmurfer: Surf Club. E il kookaburra sghignazzante sghignazzando se la ride ridacchiando di te.
Lorcan Finnegan (“Without Name”, “Vivarium”, “Nocebo”) sta seguendo pressappoco la medesima idea di percorso intrapresa, volenti o nolenti entrambi, da Jeremy Saulnier (“Murder Party”, “Blue Ruin”, “Green Room”, “Hold the Dark”, “Rebel Ridge”): entrambi si stanno “radicalizzando” verso il perseguimento di una declinazione mainstream della loro idea di cinema: “The Surfer” è impostato sulla e divorato dalla presenza di Nicolas Cage – che pone il film al centro non della sua seconda (“Ghost Rider”, “Bad Lieutenant - Port of Call: New Orleans”, “Kick-Ass”, “Joe”, “Dark ↔ Dying of the Light”, “Dog Eat Dog”, “Mom and Dad”, “Colour Out of Space”, “Prisoners of the Ghostland”, “Butcher’s Crossing”), ma, meglio, terza - per non dire ennesima, e via – “rinascita” (ma è mai davvero “morto”?), circondato da una parte da “Pig” e “Dream Scenario” e dall’altra da “Longlegs” e dal prossimo “Madden” –, ma regista e sceneggiatore (Thomas Martin) è a Nicolas Roeg che si rivolgono per l’ispirazione (ambiente/paesaggio: “WalkAbout” di Edward Bond da James Vance Marshall; tematiche/ossessioni: “Don’t Look Now”, da Daphne di Maurier), così come ad "OutBack" di Ted Kotcheff ed Evan Jones, da Kenneth Cook, anche se però, e purtroppo, fatte le dovute somme, questo “Little Monday”, più che “Big Wednesday”, risulta ad esempio una versione “addomesticata” (e non sarebbe per forza un male) del - per rimanere in zona Mr. Coppola’s Son - “Mandy” di Panos Cosmatos (e per amor di aussie-cinema non voglio tirare in ballo l’orrido remake anni zero ad opera di Jamie Blanks dell’originale anni settanta “Long Weekend” di Colin Eggleston) o, per altri versi, il primo film... Shoebody Bop (animazione: Drue Langlois, musica: The Minut Hour).
Se si esclude la porzione di montato che va da 0.40’00’’a 1.20’00’’, vale a dire quella in cui lo spettatore scopre a sue spese che il patetico non è, per forza, empatico, e che non ha, fra le conseguenze dirette, l’immedesimazione, oltre a buttare alle ortiche con un “colpo di teatro al rallentatore” tutta quanta l’impalcatura à la…
Aveva fatto quello che si era proposto, aveva attraversato a nuoto la contea, ma ora era così inebetito dallo sforzo che il suo trionfo gli appariva senza senso. Curvo, aggrappandosi ai paletti del cancello per sostenersi, imboccò finalmente il vialetto che conduceva a casa sua.
Trovò la casa immersa nel buio. Era così tardi che erano andati tutti a letto? Forse Lucinda si era fermata a cena a casa dei Westerhazy? E le ragazze l'avevano raggiunta lì o erano andate in qualche altro posto? Non erano d'accordo di rifiutare la domenica tutti gli inviti per rimanere a casa? Provò ad aprire le porte del garage per vedere quali auto erano dentro, ma le porte erano chiuse a chiave, e sulle mani gli rimase la ruggine delle maniglie. Mentre andava verso la porta di casa, vide che la violenza del temporale aveva strappato un tratto di grondaia che ora pendeva sopra la porta come la bacchetta di un ombrello. L'avrebbe fatta aggiustare il mattino dopo. La casa era chiusa a chiave, e pensò che doveva averla chiusa qualche stupida cuoca o cameriera, finché non ricordò che già da un po' di tempo non avevano più cuoche e cameriere. Gridò, batté con i pugni sulla porta, tentò di abbatterla a spallate, e poi, guardando attraverso le finestre, vide che la casa era disabitata.
...“The Swimmer” (John Cheever, The New Yorker, 1964; “Il Nuotatore”, contenuto nell'omonima raccolta di racconti pubblicata dalle edizioni Fandango Libri nel 2000 con la traduzione di Marco Papi), innalzata a reiterati colpi bassi di usurati dispositivi, scorciatoiali stereotipi e banali trucchetti (no, non citerò qui "El Ángel Exterminador"), beh, “The Surfer” per i restanti 55’ sarebbe pure un bel film.
Tra l’erica, il brugo, la ginestre, il mirto, il corbezzolo e la salicornia (o i loro corrispettivi australi) caratterizzanti gli ambienti retrodunali frequentati ergendoli a propria dimora temporanea o stanziale da kookaburra sghignazzanti (Dacelo novaeguineae), draghi barbuti (Pogona vitticeps), corelle beccolungo (Cacatua tenuirostris), echidne (Tachyglossus/Zaglossus) e cicale cicalanti, il surfista perde il senso del senno, e con lui il film (fotografia - molto filtrata, ma bella - di Radek Ladczuk, montaggio - che sta al gioco, de/ri/scom-componendolo - di Tony Cranstoun e musiche - in crescendo verso un finale abbastanza potente - di François Tétaz).
La retta comprensione di un fatto, e il fraintendimento di questo stesso fatto, non si escludono a vicenda per intero. – Franz Kafka, il Processo, 1925 (traduzione di Primo Levi, Einaudi, 1983).
The Swimmurfer: Surf Club. E il kookaburra sghignazzante sghignazzando se la ride ridacchiando di te.
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