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Oh, Canada - I tradimenti

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Oh, Canada - I tradimenti

di ANdaMI
5 stelle

locandina

Oh, Canada - I tradimenti (2024): locandina

 

Era dai tempi di American Gigolo che Richard Gere non girava un film insieme a Paul Schrader, lo sceneggiatore e regista della New Hollywood a cui il divo deve la fama. A distanza di ben quarantaquattro anni, i due si riuniscono sul set di Oh, Canada, film basato sul romanzo di Russell Banks I tradimenti, adattato per lo schermo proprio da Schrader. Presentato alla 77esima edizione del Festival di Cannes, la pellicola vede Gere interpretare Leonard Fife, un famoso documentarista passato alla Storia non solo per la qualità dei suoi lavori ma anche per essere fuggito in Canada, negli anni della guerra del Vietnam, al fine di sottrarsi alla leva militare obbligatoria. L'uomo, ormai vecchio e prossimo alla dipartita a causa di un brutto tumore, viene raggiunto da alcuni suoi ex studenti intenzionati a registrare un’ultima intervista con lui. Leonard, tuttavia, decide di utilizzare questi momenti per confessare tutti i suoi segreti, rivelando così aspetti di sé che nessuno ha mai conosciuto.

 

Richard Gere, Uma Thurman

Oh, Canada - I tradimenti (2024): Richard Gere, Uma Thurman

 

Jacob Elordi

Oh, Canada - I tradimenti (2024): Jacob Elordi

 

Uma Thurman

Oh, Canada - I tradimenti (2024): Uma Thurman

 

Quello con cui abbiamo a che fare è uno Schrader decisamente malinconico e crepuscolare, che realizza un film sui ricordi e le bugie ricorrendo, non a caso, a numerosi flashback in cui a Richard Gere si alterna il più giovane Jacob Elordi. Con buona probabilità, il regista avrebbe voluto parlarci della (non) persistenza della memoria, di come i nostri punti di riferimento rischino di tramutarsi in falsi idoli, della potenza della confessione, dei peccati di gioventù e del rischio di perdere la connessione con il nostro passato, forse più bello nelle idee degli altri che non nella nostra mente. Purtroppo, tutti questi spunti di riflessione non si sono concretizzati in un buon film. All'atto pratico, le immagini che ci scorrono davanti agli occhi non catturano abbastanza l'attenzione. Il film manca di mordente, le storie e i dialoghi scivolano via senza lasciare alcuna traccia del loro passaggio. Nessuno dei personaggi vale più della sua mera presenza scenica. A conti fatti, non ci importa mai veramente di chi sia quell'uomo o quella donna che interagiscono con il protagonista. Anzi, il protagonista stesso, a ben vedere, non è nulla di realmente interessante. E quando il soggetto al centro della trama non vale il nostro tempo, tutto ciò che lo circonda svanisce. Schrader non è riuscito a rendere il suo racconto abbastanza forte da spingerci alla riflessione né tanto meno all'emozione. Qui non si piange, non si ride, non ci si commuove. A nulla servono le rivelazioni sul passato del documentarista (peraltro, molto simili tra loro), le continue lacrime di sua moglie, l'insistenza dei suoi allievi o le sue vecchie amicizie. Il cast stesso, da Gere a Uma Thurman, da Elordi a Michael Imperioli e via dicendo, non brilla praticamente mai. Certo, la regia è di ottimo livello, Schrader ha molta esperienza dopotutto, e la colonna sonora è sorprendentemente bella nella sua delicatezza ma un buon lato tecnico non colma le lacune di cui soffre il film, soprattutto quando ci si accorge dell'uso poco ragionato (e quindi sprecato) della fotografia in bianco e nero. 

 

Richard Gere

Oh, Canada - I tradimenti (2024): Richard Gere

 

Oh, Canada vorrebbe toccare i nostri cuori ma è un film troppo freddo, che racconta episodi di vita piatti che cadono nel dimenticatoio poco dopo la fine della visione. Avrebbe potuto essere un bellissimo scavo archeologico personale e (perché no) universale ma ci siamo ritrovati con un pugno di mosche. La bravura di Schrader e la fama che lo accompagna non sono bastate a fornirci il lungometraggio riflessivo e introspettivo che avremmo voluto vedere. Peccato. 

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