Figura centrale del teatro moderno, Eleonora Duse, al centro del film di Pietro Marcello, nasce nel 1858 in Lombardia, allora parte dell’Impero austriaco, e raggiunge fama internazionale al punto da essere conosciuta semplicemente come “la Duse”. Inizialmente apprezzata per le sue interpretazioni di ruoli resi celebri da Sarah Bernhardt, sviluppa un proprio stile fondato sull’immedesimazione e sull’essenzialità scenica, guadagnando uno status leggendario.
Il film Duse si concentra sugli ultimi anni di attività dell’attrice, quando, dopo la Prima Guerra Mondiale, l’Italia attraversa un periodo di instabilità politica e trasformazione sociale. In questo contesto, Duse (Valeria Bruni Tedeschi) sceglie di tornare sulle scene nonostante la salute precaria e l’invito della figlia a ritirarsi. Accompagnata da una giovane assistente, affronta con determinazione nuove sfide artistiche e personali, riaffermando il teatro come spazio vitale e atto di resistenza.
Girato tra Venezia e altre location italiane in Super 16 e 35mm, e arricchito dall’uso di materiali d’archivio d’epoca, il film Duse ricostruisce un momento di transizione storica e artistica. Al centro, la figura dell’interprete che, pur affaticata dalla malattia, si ostina a considerare l’arte come veicolo di trasformazione. L’intreccio si sviluppa tra dinamiche familiari, tensioni sociali e interrogativi sul ruolo del teatro in un’epoca di cambiamento.
Il film Duse si propone di evitare i codici tradizionali del biopic, puntando su un approccio narrativo ibrido, che alterna ricostruzione storica e invenzione espressiva. Attraverso il ritratto della Duse, si indagano i legami tra vocazione artistica, identità pubblica e urgenza politica, in una fase in cui la scena teatrale e il contesto europeo appaiono entrambi in mutazione.
Film con una una narrazione troppo stereotipata e banalizzante. La Bruni Tedeschi offre una interpretazione eccessiva e grottesca, e una perfezione formale che crea una distanza emotiva con lo spettatore, e svuota la sostanza del racconto. Non mi ha entusiasmata per niente.
Una ricostruzione molto fantasiosa degli ultimi anni della grande attrice, che il fuoco sacro (e i debiti) spingono a tornare sul palcoscenico. L'interpretazione della Tedeschi vale da sola il biglietto, ma tutto il cast e la regia sono da elogiare.
Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Eleonora Duse fu attrice ed icona dei suoi tempi, tanto da meritarsi, prima donna e prima italiana, la copertina del numero 22 della rivista “Time”. Nota ai posteri per la presenza scenica, il carisma e la relazione travagliata con Gabriele D’Annunzio, del quale portò in scena diverse opere,… leggi tutto
VENEZIA 82 - CONCORSO
Un biopic sulla "divina" del teatro mondiale era necessario, soprattutto dopo che la Francia ha dedicato un film al suo più degno ed acerrimo rivale, la non meno consacrata Sara Bernhard, interpretata con verosimiglianza da Sandrine Kiberlain nella recente trasposizione a cura di Guillaume Nicloux.
Due divine che peraltro si incontrano fugacemente anche… leggi tutto
La “Divina” Duse visse fra il 1858 e il 1924. Il film di Pietro Marcello dà inizio alle danze nel 1921, dopo che l’attrice è stata ferma per 12 anni e decide di ripartire a recitare per motivi economici - e mantenere il suo stile di vita sostanzialmente borghese, assistita dalla dama di compagnia Desirée. È un ritratto di un momento tardivo… leggi tutto
Valeria Bruni Tedeschi offre una intensa interpretazione su una figura importantissima del nostro teatro . Eleonora Duse. L' attrice ormai in età matura vorrebbe riprendersi il suo posto malgrado le noie di salute e una figlia Enrichetta che contrasta la sua scelta di tornare sulle scene, preoccupata e pensierosa.
Con un giovane collaboratore la Duse cerca di rimettersi in careggiata tra…
Valeri Bruni Tedeschi si cala nei panni dell'attrice Eleonora Duse, ma vista negli anni della sua vecchiaia, in special modo durante la Prima Guerra Mondiale (ma anche oltre), quando la donna si era ammalata di tubercolosi e cercava un modo per sfondare in palcoscenico, nonostate tutto, anch apparendo nei palcoscenici aperti, delle basi militari italiane, per dare coraggio e decantare…
Dopo anni di abbandono delle scene, Eleonora Duse (Valeria Bruni Tedeschi) è costretta a tornare a recitare a causa di problemi finanziari e personali. Il ritorno al palcoscenico è una sfida contro la malattia, il declino fisico, l'avanzare del fascismo e un nuovo clima sociale che minaccia l'autonomia femminile conquistata con fatica. Duse vede il teatro come l'unico…
Soldati, trincee, cannoni, ma non veri. Un plastico del fronte della Grande Guerra è la scena di apertura di Duse. Una scelta anticonvenzionale (ed economica, indubbiamente), proprio per questo suggestiva. Ancor più in questi giorni. Mi guardo intorno, saremo una ventina di persone in sala, tutti più anziani di me, che vado per i sessanta. Sotto quei capelli bianchi…
Partiamo veloci, dritti nella materia, perché questa settimana c'è molto da dire e da vedere. E subito, in alto, partiamo anche forte con The Life of Chuck, tratto da un racconto di Stephen King…
Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Eleonora Duse fu attrice ed icona dei suoi tempi, tanto da meritarsi, prima donna e prima italiana, la copertina del numero 22 della rivista “Time”. Nota ai posteri per la presenza scenica, il carisma e la relazione travagliata con Gabriele D’Annunzio, del quale portò in scena diverse opere,…
Inutile tergiversare, sminuire, o utilizzare mezze misure. Si fa una vita da bestie ai festival. Soprattutto se si è convinti di non invecchiare mai e… segue
A conclusione della 82ma Mostra 2025 ecco la mia classifica di quelle che reputo le opere migliori. Ho inserito film da varie sezioni, dal Concorso che ho visionato integralmente ad altre sezioni che ho visto…
VENEZIA 82 - CONCORSO
Un biopic sulla "divina" del teatro mondiale era necessario, soprattutto dopo che la Francia ha dedicato un film al suo più degno ed acerrimo rivale, la non meno consacrata Sara Bernhard, interpretata con verosimiglianza da Sandrine Kiberlain nella recente trasposizione a cura di Guillaume Nicloux.
Due divine che peraltro si incontrano fugacemente anche…
La “Divina” Duse visse fra il 1858 e il 1924. Il film di Pietro Marcello dà inizio alle danze nel 1921, dopo che l’attrice è stata ferma per 12 anni e decide di ripartire a recitare per motivi economici - e mantenere il suo stile di vita sostanzialmente borghese, assistita dalla dama di compagnia Desirée. È un ritratto di un momento tardivo…
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Commenti (3) vedi tutti
Valeri Bruni Tedeschi si cala nei panni dell'attrice Eleonora Duse, ma vista negli anni della sua vecchiaia, quando la donna si ammalò di tubercolosi.
leggi la recensione completa di Marco PoggiFilm con una una narrazione troppo stereotipata e banalizzante. La Bruni Tedeschi offre una interpretazione eccessiva e grottesca, e una perfezione formale che crea una distanza emotiva con lo spettatore, e svuota la sostanza del racconto. Non mi ha entusiasmata per niente.
commento di Luisa1983Una ricostruzione molto fantasiosa degli ultimi anni della grande attrice, che il fuoco sacro (e i debiti) spingono a tornare sul palcoscenico. L'interpretazione della Tedeschi vale da sola il biglietto, ma tutto il cast e la regia sono da elogiare.
leggi la recensione completa di Dario1966