Regia di Drew Hancock vedi scheda film
Drew Hancock, al suo esordio da regista, ha deciso di non scegliere: Companion è al tempo stesso dramma relazionale, fantascienza, thriller paranoico e persino heist movie. “Ho scritto questo film per far sentire la mia voce e dimostrare che posso mettere in scena ogni tono narrativo”, ha dichiarato. Missione compiuta: il risultato è un ibrido che gioca sporco con le aspettative dello spettatore, ribaltandole di continuo. Sotto la patina sci-fi, con robot da compagnia che diventano specchio inquietante dei rapporti di potere, si nasconde in realtà un racconto amarissimo di abuso e manipolazione, con la protagonista Iris (Sophie Thatcher) che da bambola programmata diventa donna in fuga da un amore tossico. Non mancano humour nero e colpi di scena, ma la vera sorpresa è la capacità del film di mescolare registri senza esplodere in schizofrenia narrativa.
Companion è cinema che morde: sa essere crudele, grottesco, persino scomodo, ma è proprio lì che trova la sua voce. Hancock voleva dimostrare di poter fare tutto. Ma a renderlo davvero efficace non è solo il mix di generi, è la coppia al centro: Sophie Thatcher e Jack Quaid. Lei attraversa con naturalezza la metamorfosi da creatura programmata a donna libera; lui incarna alla perfezione il fascino del bravo ragazzo pronto a trasformarsi in incubo. Insieme sono la scintilla che accende il film e impedisce al gioco di Hancock di restare un semplice esercizio di stile.
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