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Confiteor - Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione

Regia di Bonifacio Angius vedi scheda film

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La recensione su Confiteor - Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione

di Padremaronno
4 stelle

Un audiolibro accompagnato da belle immagini (non sempre) intervallato da alcune scene di buon cinema (non sempre).

Pare che uno dei titoli a cui pensò Fellini per il suo film più autobiografico, prima di scegliere 8½, fosse proprio Confiteor (confessione).

Se per il regista Bonifacio Angius si tratti di una scelta cinefila o di una mera coincidenza, non è dato saperlo.

Certo è che Fellini, prima di decidersi ad affrontare un tema così personale e girare il suo più grande capolavoro, aveva già avuto una carriera gloriosa, due oscar con La Strada e Le Notti di Cabiria, e un opera monumentale, La Dolce Vita, che aveva sbancato in tutto il mondo rendendolo immortale.

Angius invece, dopo due film piuttosto interessanti che hanno avuto una circuitazione limitata e l'apprezzamento dei cinefili di cineclub, decide di fare il grande passo e con notevole coraggio e sprezzo del pericolo si accinge qui a raccontare la sua vita, densa di episodi drammatici e amori malati (ma chi non ne ha avuti?) e la sua passione per il cinema. 

E "raccontare" è davvero il termine esatto, poiché il film è infestato da una voce fuori campo (la sua) continua e ossessiva, che si alterna con la voce fuori campo di suo figlio, facendo assomigliare buona parte di quest'opera ambiziosa ad un audiolibro accompagnato da belle immagini (non sempre) intervallato da rare scene di buon cinema. 

La critica ha molto apprezzato questa confessione a schermo aperto, che non ci risparmia dettagli anche crudeli o imbarazzanti della sua vita, in una sorta di terapia pubblica.

Noi umili spettatori paganti siamo colti dal dubbio che che forse, chissà,  qualche anno sul divano di uno psicoterapeuta può essere più utile per un regista sofferente e traumatizzato che passarne altrettanti per fare un film "liberatorio". 

Nel film Angius interpreta sé stesso, suo padre e il regista del film, mentre Geppi Cucciari e Giuliana De Sio sono delle brevi presenze esornative, probabilmente necessarie per esigenze di distribuzione. 

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