Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Il critico Jacques Lourcelles nel suo Dictionnaire du cinema definisce questo film "un des titres marquants de l'oeuvre de Bergman". Lourcelles, che comunque resta un critico molto acuto, sopravvaluta questo film e dà troppa importanza al primo periodo dell'opera del regista: secondo lui, assurdamente, il meglio dell'opera del regista finisce con Sorrisi di una notte d'estate, quando invece è probabilmente vero il contrario, ossia che da quel film inizia la maturità artistica di Bergman. Questo "Sete" è l'opera di un talento in divenire, con un'ambientazione sul treno interessante, un gioco di flashback congegnato con perizia dallo sceneggiatore Herbert Grevenius e un certo coraggio nel mostrare, seppure in maniera allusiva, un episodio di lesbismo, con la scrittrice Birgit Tengroth, alla cui raccolta di racconti è ispirata la sceneggiatura, che interpreta il ruolo-chiave di Viola. Ma ci sono ancora troppi squilibri narrativi per farne un grande film e il solito tema dell'inferno coniugale è un pò troppo esasperato; l'ambientazione ferroviaria che incornicia il racconto verrà ripresa in maniera più suggestiva ed eloquente anni dopo nel "Silenzio".
voto 7/10
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