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Millennium Mambo

Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film

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La recensione su Millennium Mambo

di alan smithee
8 stelle

MUBI

Nel recente passato ci si proietta in un prossimo futuro.

Nel 2010 la bella Vicky ripensa a se stessa e alle sue tribolazioni sentimentali occorsecesattamente dieci anni prima: ci troviamo infatti nella Taipei alla fine del 2001, e la stessa donna, mto bella e seducente, si gestisce l'abbondante tempo libero partecipando a feste, tra fiumi di alcol, droghe, musica tecno a manetta, e relazioni burrascose con uomini.

Due in particolare: il geloso e problematico fidanzato Hao-Hao, tutto scatti, irruenza, mani addosso e tampinamenti di telefoni e messaggi, e Jack, un uomo maturo, calmo, posato, che diventa una figura paterna e un punto di riferimento sicuro in una vita tutta scintillii, ma priva di veri affetti o sentimenti concreti su cui potersi aggrappare nei momenti di bisogno. Malgrado la presenza in primo piano di questi due uomini, Vicky si ritrova pervasa da un profondo malessere e un insostenibile senso di vuoto, quando capisce che in entrambi i casi si ritrova a ricoprire al più il ruolo di un bel l'oggetto ornamentale, come tale probabilmente destinato ad essere sostituito, il giorno in cui comincia a stufare o a non piacere più come prima.

scena

Millennium Mambo (2001): scena

scena

Millennium Mambo (2001): scena

Alla ricerca di una suzione utile a sfuggire allo squallore della sua vita, Vicky cerca di trovare un modo per lasciarsi alle spalle un tenore così futile di esistenza, comvincendosi a lasciare una volta per tutte il violento fidanzato Hao-Hao. Il primo, splendido e doloroso film di Hou Hsiao-hsien del muovo millennio, non a caso intitolato Millennium Mambo (anche se di mambo non risulta traccia,, soffocato dai ritmi di pancia di una tecno dai bassi vibranti), si trasforma in una denuncia del malessere, del disagio da solitudine, in un contesto in cui il nuovo secolo è millennio invoglia ad una ricerca di un futuro rivoluzionario, o quanto meno foriero di soluzioni che portino un po' di serenità, nel 2001 completamente assente.

La ritmata narrazione in flashback di Vicky non ci rivela se, nel presente di un 2011 che allontana quella tanto ambita ricorrenza, la donna sia riuscita davvero a realizzarsi o a trovare la tanto agognata serenità.

Al regista interessa mostrare il coraggio di una donna fiera, ma inizialmente sottomessa, mentre sceglie di abbandonare le poche certezze possedute, per cercare dimensioni di vita finalmente avvalorate da un sentimento sincero.

Di affetto, di amore, di serenità.... Chissà.

Nei panni di Vicky, la splendida Shu Qi, recentemente passata a dirigere, con l'aporezzato lungometraggio Girl (2025), in concorso al Festival di Venezia 2025

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