Regia di Michel Reilhac vedi scheda film
A scanso di equivoci: questo film è un porno, anzi molti. Nonostante gli scatti del biancoenero rovinato, i camicioni e i mutandoni della nonna, le performance di questa antologia dell’erotismo filmico d’antan non temono confronti con le prestazioni di nipotini/e d’oggi. Si tratta di una decina di cortometraggi degli anni ’10 e ‘20, destinati a proiezioni private o a degustazioni come hors-d’oeuvre nelle anticamere dei bordelli. Nessuna pretesa artistica, e va bene. Ma anche (e questo si capisce meno) nessuna mediazione dei compilatori dell’antologia, che lasciano lo spettatore senza appigli per contestualizzare ciò che vedono. Non che si debbano storicizzare ad ogni costo i boudoir degli avi, per carità; ma sarebbe stato più sensato, credo, sapere qualcosa di più dei mo(n)di di produzione di questi filmati. (Almeno un paio dei quali peraltro si potevano trovare già in VHS da bancarella, senza pretese di passare alla “Quinzaine des Réalisateurs” come è accaduto ). Per la cronaca, segnaliamo una certa predominanza di scene lesbo e violenza, una Butterfly gay (ah, Cronenberg…) e un cane che si dà da fare con ambo i sessi. L’unica cosa divertente, e che da sola vale il film, è un cartone animato zozzissimo stile gatto Felix, con gag priapiche e pansessuali a gogò.
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