Regia di Joachim Rønning vedi scheda film
Due mondi, un'unica via e infinite direttive.
TRON: ARES.
Terzo film della saga dopo quindici anni da Legacy. Ammetto candidamente di non aver recuperato Tron e di ricordarmi veramente poco del secondo film, perciò da semi-avulso, anche del videogioco, direi di essere spoglio da aspettative e pregiudizi. Cosa curiosa è che dietro a tali progetti c’è la Disney quando ancora sperimentava e molto.
Tron: Ares (2025): Jared Leto
Un programma digitale in sembianze umane ribattezzato Ares viene creato da Julian Dillinger, proprietario delle industrie Dillinger (che a loro tempo erano padroni del mondo digitalizzato di Tron) e intento a portare dal mondo informatico soldati, armi e veicoli bellici tramite tecnologia laser e di poter venderli alla Difesa statunitense. L’unico inconveniente è che tali programmi nel mondo reale riescono a vivere per soli 29 minuti per poi disintegrarsi e ritornare indietro. Nel frattempo Eve Kim, informatica e amministratrice delegata della Encom (creatrice del videogioco Tron e divisa dalla Dillinger) è alla ricerca del codice Permanence creato da Kevin Flynn dai vecchi database di Tron in grado di dare longevità appunto permanente ai programmi digitali nel mondo reale così da poter dare un grande aiuto umanitario. Le cose inizieranno a cambiare quando Ares, tramite direttiva, verrà infiltrato nei server della Encom per carpirne i segreti e avrà sempre più una presa di coscienza maggiore sulla vita umana e la propria.
Tron: Ares (2025): Gillian Anderson, Evan Peters
Alla regia c’è tal Joachim Rønning che ha diretto in passato dei lavori discreti, ma anche ciofeconi come l’ultimo Pirati dei Caraibi e Maleficent-Signora del male. In questo caso non è affatto male nell’uso delle scenografie e della computer grafica, soprattutto nelle scene del mondo digitale con sconfinati edifici, moto, macchine volanti e nell’azione coi guerrieri digitali armati di lame e bastoni che si lasciano dietro la famosa e affilata scia energetica. Tali artefizi li ritroviamo anche nel mondo reale e senza troppa invasività della cgi. Si aggiunge anche una buona fotografia con dei rossi e dei blu molto concentrati e accessi a seconda della scenografia e una buona musica elettronica dei Nine Inch Nails. Il tutto accompagnato da un buon montaggio che alterna il giusto dall’azione ai momenti divertenti. Un buon Jared Leto stavolta in parte nella sua monoespressività nell’interpretare Ares, un ottimo Evan Peters come antagonista, una splendida Greta Lee e un piccolo ritorno di Jeff Bridges nei panni dello storico Kevin Flynn.
Tron: Ares (2025): Greta Lee
Il film è comprensibile anche senza aver visto i due capitoli precedenti anche grazie all’incipit iniziale nei titoli di testa che riassume tutto più o meno bene senza troppi smarrimenti e in piccola parte si strizza l’occhio ai nostalgici, specialmente andando avanti. La storia è abbastanza basilare e vuol narrare l’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale stavolta in maniera più ottimista partendo dall’idea di portare il digitale e renderlo concreto nel mondo reale ricreando all’infinito soldati, veicoli, armi, ma anche alberi e dunque viveri così da risolvere il problema della fame nel mondo. Queste intenzioni ovviamente creeranno contrasti tra i detentori di tale tecnologia con un Julian ambizioso e bisognoso di attenzioni verso la madre e una Eve Kim desiderosa di riavere la sorella morta. Persino Ares stesso che ha una sua catarsi di consapevolezza di essere un sacrificabile e schiavo di direttive prese dall’alto con conseguente ribellione quando viene a conoscenza del mondo esterno e della vita di Eve con la quale si alleerà per liberarsi, avere più vita nel mondo esterno e scoprire la sua umanità.
Tron: Ares (2025): scena
Purtroppo non è tutt’oro o smalto scarlatto quello che luccica. Se le tematiche sono da riporto e già viste in moltissimi altri film di fantascienza c’è da dire che non sempre i personaggi brillano di profondità e specialmente quello di Athena ha un ruolo cardine quasi fulmineo e non ha un vero e proprio percorso evolutivo, tipo quello di Ares. Senza contare che la meccanica per accedere al mondo reale ad una certa non ha proprio senso e con uno scontro finale che, viste le intenzioni del villain, si poteva ambientare ben fuori dalla città. Inoltre il finale non è del tutto chiuso e si riallaccia a retcon passate che i neofiti non coglieranno.
Tron: Ares (2025): Jodie Turner-Smith
Un film decisamente guardabile e ricco di azione anche bella, ma che nella sostanza si poteva dire molto più di quanto è stato fatto.
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