Regia di Virginia Abramovich vedi scheda film
Direi quasi deprimente per quanto è brutto. (Bruttina persino la protagonista principale, almeno vista di fronte - di dietro invece si salva).
Vengono mantenute alcune delle regole dei filmetti provincial-sentimentali americani (ad esempio: il bacio tra i due protagonisti avviene rigorosamente solo all'ultima scena; e lo stacco tra le scene con immagini - sempre uguali - della città o della natura della regione dove è ambientata). Ma quella che solitamente è la morale predominante di questo tipo di film (preferire la campagna o la piccola città alla grande città e rinunciare al lavoro e ai soldi per gli affetti e la tranquillità) è decisamente annacquata. In più la narrazione è annacquata di frequenti scene in cucina che, a meno che lo spettatore non sia un appassionato di trasmissioni di cucina, risultano piuttosto noiose.
Demenziale, poi, il libretto delle "Regole dell'amore", che ricordano tanto le regole di Gibbs in NCIS; e soprattutto l'idea di farci un menu.
Insomma, un film che spesso annoia e fa cader le braccia, e solo a tratti, involontariamente, fa quasi un po' ridere.
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