Regia di Kelly Makin vedi scheda film
Se la commedia è un genere che dovrebbe essere divertente e piacevole direi che l'obiettivo è stato più che centrato. Hugh Grant con quel suo fare un po' smarrito e le sue tipiche espressioni da inglese quale è sono l'ideale per il personaggio che interpreta, un battitore d'aste che si ritrova coinvolto in una catena di eventi assieme al padre della sua fidanzata (Jeanne Tripplehorn), un affiliato della mafia italiana di New York. Quest'ultimo è interpretato da James Caan che sulla carta potrebbe sembrare effettivamente sprecatino invece si rivela indispensabile per la buona riuscita delle gag, le quali controbilanciano un racconto non sempre scorrevole.
Hugh Grant si inserisce perfettamente nelle varie scenette che si incentrano inizialmente sulla differenza di background, se così si può dire, e poi sull'impossibilità per "Mickey" di districarsi da una serie di situazioni scomode che culminano nella scena finale della festa che è davvero esilarante. Senza dubbio un film riuscito.
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