Regia di Philip Barantini vedi scheda film
Buon esordio di Philip Barantini alla regia, con un monumentale Craig Fairbrass ormai arrivato ai migliori ruoli in carriera, questo, e "A Violent Man" degli stessi autori, nel 2022.
Ricerca di impossibile redenzione da parte di un ex detenuto Eddie Franks, appena uscito, con figlia multata che all'inizio non lo vuole neppure rivedere, e fratello tossicomane, Sean(George Russo) con cui gestiva un pub adesso chiuso e che verrà riaperto, fonte di tutti i guai perché adesso nelle mani di due gangster strozzini (Romi Glenister e Tomi May) che vogliono prendersi tutto.
Craig Fairbrass coglie il suo ruolo più vibrante e nel quale racchiude tutta la propria grinta da faccia ammaccata di periferia, ma anche i dialoghi di cui egli stesso è buon scrittore.
Apprezzabile e che distingue tutti i lavori di scrittura e regia di Philip Barantini, è la laconicità di toni e personaggi, che lo tiene molto molto lontano da quelli coprolalici dei film di gangster inglesi alla Guy Ritchie, per intenderci.
Oltre ad una mestizia e un tono generalmente lugubre che si convengono a questo tipo di storia e al suo finale, in misura certo prevedibile, ma che almeno rappresenta una sempre bella fuga da fighettismi "ipercool" e consimili, l'ambientazione londinese dei sobborghi però sempre con tanto verde è oltretutto bella e fotografata con gusto da Matthew Lewis.
Le scene di violenza sono solo due, veloci ma esplosive, e con una coda fuori inquadratura addirittura di taglio a pezzi di cadaveri, che aggiornano con intelligenza i cliché del mansueto e controllato, ma dalle mille risorse caratteriali e sempre risospinto nella sua vita passata quando vorrebbe solo starne fuori, una volta che viene portato all'esasperazione.
Ted_Bundy1979
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