Regia di Gianluca Jodice vedi scheda film
Se c’è un aspetto che accomuna i recenti e più noti biophic italiani su alcune delle più celebri figure della storia del nostro Paese (oltre a questo film penso agli altrettanto mediocri “Il giovane favoloso” e “Volevo nascondermi”) è la quasi totale elusione del lavoro e dell’anima dell’artista. Che tristezza questo cinema così forzatamente dolente e funebre, vanitoso e vanesio, che rifugge la complessità della creazione per tuffarsi nella fragile intimità dell’uomo, senza sapere che la seconda prescinde indissolubilmente dalla prima.
Un film insignificante e politicamente frustrato, che sfrutta la figura del Vate per parlare (ancora!) di (anti)fascismo, relegando ai margini il personaggio del poeta e, fondamentalmente, disinteressandosene. La figura di D’Annunzio ne esce abbozzata quando non distrutta, scarnificata quando non stereotipata (quegli scatti di rabbia), mortificata e tristemente inautentica. Unico punto di forza è la fotografia, quella davvero impeccabile e minuziosamente curata.
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