Regia di Gianni Franciolini vedi scheda film
Due novelli sposi di un paesino laziale partono in viaggio di nozze in treno, verso Venezia. La moglie fa di tutto per sottrarsi ai doveri coniugali di quella notte e viene aiutata da tutta una serie di imprevisti. Ciò che il marito però non sa è che la donna, dopo aver tanto lottato per convincere le due famiglie a lasciar celebrare quel matrimonio, ha fatto voto alla Madonna di rimanere casta quella notte, la loro prima insieme.
Scomparso prematuramente nel 1960, a pochi giorni dal suo cinquantesimo compleanno, Gianni Franciolini ha saputo conquistarsi una sua modestissima nicchia all’interno del panorama del nostro cinema del secondo dopoguerra. A dire la verità le sue prime regie risalgono alla fine degli anni ’30, ma è nei due decenni successivi che il Nostro si guadagna la meritata fama di artigiano di commedie (principalmente, ma non solo). Peccato di castità è probabilmente una tra le sue pellicole migliori, considerando l’intreccio dinamico, le caratterizzazioni dei personaggi e il complesso della trama: nulla di trascendentale, si potrebbe obiettare, ma d’altronde tutto scritto, recitato e diretto con innegabile savoir faire, nel nome di un ritmo sempre sostenuto e con una serie di snodi ben assestati nel corso della trama. Ovviamente i meriti vanno condivisi con il team di sceneggiatura, che vede lavorare insieme Sergio Amidei, Age & Scarpelli, Dino Partesano e Franca Maranto, partendo da un soggetto di questi ultimi due, e con il cast artistico: i nomi principali tra gli interpreti sono quelli di Giovanna Ralli, Antonio Cifariello, Aldo Giuffrè e Franco Fabrizi. Un filmetto disimpegnato, senza tante aspettative in termini di contenuti o di messaggi, ma pienamente godibile ancora oggi. 5/10.
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