Regia di Pierre-François Martin-Laval vedi scheda film
Un film onesto, ben diretto e ben recitato, ma sostanzialmente prevedibile sulle difficoltà di integrazione di un padre e un figlio (campione in erba di scacchi) che solo il talento di quest'ultimo riuscirà in parte ad attenuare
Emigrati dal Bangladesh verso l'Europa, padre e figlio non troveranno certo bandiere a festa pronte ad accoglierli ma tutte le difficoltà che un'immigrazione di massa si porta inevitabilmente con sè. E nonostante il ragazzino sia un prodigio degli scacchi, questo non attenuerà più di tanto le resistenze ad una integrazione più formale che concreta. Il film procede tra alti e bassi, e se da un lato la parte dedicata agli ostacoli apparentemente insormontabili sembra quella più riuscita, dall'altro c'è un pò troppa prevedibilità nella descrizione dell'affermazione come talento scacchistico del piccolo (ma comunque bravo) protagonista, spronato da un maestro interpretato da un Depardieu insolitamente non troppo sopra le righe. Si rimane così sostanzialmetne in un guado tra film di denuncia e commedia agrodolce senza mai spiccare veramente il volo, anche se l'ancoraggio ad una storia vera già di base non offriva particolari spunti per voli pindarici oltre la didascalica cronaca dei fatti.
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