Regia di James Gardner vedi scheda film
James Gardner, qui, a quanto pare, alla sua unica regia (2018), con "Jellyfish" torna ai fasti del cinema sociale britannico, quello che non si può non amare, quello degli Shane Meadows, Mike Leigh, Andrea Arnold e Ken Loach. Questa volta nessuna periferia di Londra, Liverpool, Manchester o Edinburgo, ma lo sfondo è quello di una depressa cittadina di mare, Margate, sud est inglese, affacciata sul Canale della Manica. Qui entra in scena Sarah, una sedicenne costretta a comportarsi da adulta, badando ai due fratelli più piccoli e con una madre bipolare, catatonica e inaffidabile. La interpreta una splendida Liv Hill, una novella Rosetta (dal film dei Dardenne), solo molto più sboccata e temeraria. La Hill/Sarah è al centro di tutto il mondo di Margate, un "lungomare" infestato da persone mediocri, violenza fisica e verbale, solitudine. Trova giusto uno scampolo di futuro grazie a un insegnante d'arte, che la indirizza verso la stand-up comedy. Ma il film è amaro, per Sarah il futuro è un garbuglio e la scena finale spezza definitivamente il cuore. Gardner si appoggia agli stilemi dei registi di cui sopra, ma è bravo a tenere le briglie del racconto, a tenere a bada la retorica, assente, (evviva!), e a restituirci un'altra figura indimenticabile di questo Cinema duro, crudo, reale. "Jellyfish" non scherza neanche un po'. Assolutamente da recuperare su PrimeVideo.
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