Regia di Aleksej German jr. vedi scheda film
Non sapevo nulla di Sergej Dovlatov, poeta e scrittore russo, cresciuto nella pancia dell'Unione Sovietica, fra gli anni sessanta e settanta e poi costretto a emigrare negli Stati Uniti. Caduta la cortina di ferro, i suoi libri saranno finalmente pubblicati in Russia e lui diventerà una star, ma non lo saprà mai, essendo morto a soli 48 anni, nel 1990, a New York. Il regista russo Aleksej German lo scopre, s'innamora della sua vicenda personale e dopo un lungo processo creativo durato 15 anni, riesce ad assemblare questo bel film, in cui, con tenerezza, ricorda la sua figura e quella di altri ragazzi come lui, fra cui Brodskij, premio Nobel in esilio nel 1987, nell'ambiente bohemien di San Pietroburgo, all'epoca ancora Leningrado. E' un film molto parlato, dove la figura di Dovlatov, malinconica e sarcastica, si muove fra incontri semi clandestini in case private, dove si suonava il jazz e si discuteva di letteratura, mentre fuori il cielo è sempre cupo, buio, pesante, nevoso, anche perchè il film racconta una settimana di novembre del 1971. Recitato benissimo e fotografato anche meglio, non è un film facile, perché presuppone una buona conoscenza della materia, dell'epoca e di certe avanguardie letterarie. E' un po' come assistere all'America beat degli anni cinquanta, quella dei Ginsberg e dei Kerouac, in ritardo di vent'anni e del tutto racchiusa in stanze fumose. Un atto di resistenza, dentro il cuore marcio di un regime che tutto controllava e tutto censurava. Da prendere con le molle, ripeto, ma interessante. A noleggio su Prime Video.
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