Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Non avendo letto il testo originario di Petronio Arbitro, non posso confrontare il film con la fonte letteraria, quindi mi limito ad esprimere un parere sull'opera del regista: so che questo Fellini Satyricon ha una posizione un pò anomala nella filmografia felliniana, in quanto è il suo unico film ambientato nell'antichità. Mi sembra opera lodevole e originale soprattutto nella sua componente figurativa, con un'invenzione scenografica spesso di alto livello dovuta a Danilo Donati e in parte allo stesso regista, soprattutto in certe ambientazioni come il Labirinto del Minotauro o la casa della maga Enotea, e con una fotografia di Giuseppe Rotunno che sperimenta illuminazioni inedite con una vasta gamma cromatica. Dunque, per gli occhi il piacere è certamente assicurato, ma il racconto, per quanto allegorico e simbolico, non risulta sempre dello stesso interesse, sequenze molto riuscite (ad esempio il suicidio della matrona interpretata da Lucia Bosè) si alternano ad alcuni passaggi in cui l'interesse in parte cala, forse per una rappresentazione che non osa affrontare in maniera esplicita il nodo dei rapporti di tipo omosessuale di Ascilto e Gitone. Dunque, un film governato ancora una volta interamente da Fellini, che sa costruire sequenze in cui dare libero sfogo al suo talento visionario e sa tenere in pugno lo spettatore, senza dipendere più di tanto da un cast in cui non figurano attori di primissimo piano e, per quanto riguarda i nomi più celebri (Salvo Randone, Lucia Bosè, Alain Cuny, Magali Noel) sono relegati a ruoli in cui non hanno la possibilità di esprimere molte sfumature. Un'opera per molti versi coraggiosa, stavolta realizzata con un budget notevole, che merita una seria considerazione e dimostra la capacità di reinventarsi del regista dopo aver consegnato alla cinematografia mondiale alcuni dei più grandi capolavori degli anni 50 e 60.
Voto 9/10
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