Regia di Björn Runge vedi scheda film
Alla vigilia del conferimento del premio Noble per la Letteratura, lo scrittore Joe Castleman attende con ansia e trepidazione la telefonata che può assicurargli un posto nella storia. La moglie è la prima vittima delle sue idiosincrasie, finché il telefono non inizia a squillare ...
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Il regista Bjorn Runge, tornato alla macchina da presa dopo 12 anni dal precedente lavoro, mette in scena qualcosa che ricorda molto una piéce teatrale. I caratteri dei due protagonisti emergono potentemente con i loro dialoghi stringenti e i flashback ben dosati; il dramma è reale e sa evolversi nella durata del film, coinvolgendo lo spettatore fino alla fine.
Inoltre - giocando in casa - Runge si divertito a fare una incursione dietro le quinte del protocollo dell'ambito premio svedese, comprese certi retroscena non sempre di dominio pubblico, dall'assegnazione del fotografo personale (che viene implicitametne autorizzato a scattare foto in qualunque occasione pubblica e privata), ai coretti di fanciulle che entrano durante la notte a svegliare "artisticamente" i candidati, alle imperdibili prove di inchini al Re.
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Mattatrice nella sua interpretazione è la splendida Glenn Close, che con una recitazione apparentemente dimessa, in realtà si esibisce in una potente performance che prima contribuisce a descrivere tutta quella serie di dettagli o di scene di quello che si definisce un "matrimonio", quasi a riprendere il capolavoro di Bergman, salvo poi arrivare alla scena della cerimonia di premiazione in cui, con la sola e muta espressione del viso, riesce a rappresentare tutta la elaborazione emotiva che la conduce a una nuova, tempestosa e drammatica consapevolezza.
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Personaggio minore, ma non meno apprezzabile, il giornalista Nathaniel che permette al pubblico di tornare ad apprezzare il bravo Christian Slater.
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