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Wyatt Earp

Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film

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La recensione su Wyatt Earp

di Dom Cobb
5 stelle

Wyatt Earp rappresenta una delle figure più iconiche del west; nell'immaginario comune di chi ha letto i libri o visto i film incentrati sulla sua figura è l'immagine del tutore dell'ordine per antonomasia, dello sceriffo di confine per eccellenza. Inutile dire che, automaticamente al suo nome viene associato il celebre scontro a fuoco dell'OK Corrall, fatto - quest'ultimo - che ha consegnato Earp alla storia della frontiera. Una vicenda ideale per il mondo del cinema che l'ha fatta subito sua, più e più volte: in effetti quasi non si contano in quanti film sia apparso Wyatt Earp, sia come protagonista che come comprimario, seppur di spicco; così come altrettanto spesso è stata raccontata la già citata celebre sparatoria dell'OK Corrall. Quello che va detto, in realtà, è che ogni film dedicato al celebre marshall è "soltanto" una riduzione, spesso romanzata di questa famosa sparatoria, anche se ha permesso di dar vita ad autentici capolavori del genere western (e mi riferisco, senza dubbio, a "Sfida All'OK Corrall" di John Sturges e, soprattutto, a "Sfida Infernale" di John Ford, personalmente il mio preferito). In realtà la vita di Earp fu molto più complessa ed avventurosa, sia prima che dopo l'OK Corrall, fatto, quest'ultimo, che in realtà rappresenta solo una delle tante azioni a cui il celebre uomo di legge partecipò. Da appassionato del periodo e del genere (western), ho trovato il libro "Lo sceriffo di ferro" come uno dei più appassionanti e soddisfacenti trattati proprio su Earp; Stuart Lake - giornalista e narratore - scrisse il libro raccogliendo le memorie dello stesso Earp, incontrato ed intervistato più volte tra il 1928 ed il 1929 (il suo ultimo anno di vita): ne esce la storia di un uomo di legge, ma prima ancora cacciatore di bisonti, rappresentante politico ed affarista nel campo minerario. E si scopre, anche, come l'OK Corrall - punto d'arrivo degli altri film sopra citati - sia stato in realtà l'inizio di uno scontro mortale, una "faida" tra lo sceriffo ed il "Partito dell'Ordine" di Tombstone contro il "Partito dei Cowboys" (si facevano chiamare veramente con questo nome, ma in realtà si trattava del primo vero esempio di criminalità organizzata). 

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Foto d'epoca di Wyatt Earp.

Nel 1994 Lawrence Kasdan - regista e soprattutto sceneggiatore di grandi doti - realizza la sceneggiatura e dirige il film "Wyatt Earp", che cerca di descrivere la vita del suo protagonista nella maniera più verosimile possibile, dall'infanzia sino ai suoi anni da rappresentante dell'ordine. Non ho idea se e quanto Kasdan abbia estratto dal libro di Lake come fonte per stendere lo script, ma, per chi ha letto il libro stesso, nel vedere il film "si respira aria di famiglia", in quanto la cura data agli ambienti e a (quasi) tutti i personaggi che hanno gravitato attorno a Earp si dimostra ammirevole: il film si concentra sugli anni in cui Earp era marshall (cioè sceriffo federale) a Dodge City assieme ai suoi fratelli Virgil e Morgan, a cui fu sempre stato legatissimo, il sodalizio lavorativo con i fratelli Bat Masterson (Tom Sizemore) e Ed Masterson (Bill Pullman), quest'ultimo ucciso poi a tradimento. Il trasferimento a Tombstone, l'amicizia con Doc Holliday (Dennis Quaid) ex dentista ora giocatore di professione nonchè tisico, lo scontro con i cowboys. Di sicuro questi rappresentano i punti a favore del film, perchè Kasdan si dimostra molto attento alla ricostruzione degli ambienti dove i protagonisti si muovono e anche le dinamiche tra i personaggi, gli scontri a fuoco, sono resi bene sia come montaggio e ritmo, sia come verosomiglianza storica. Un esempio: il celeberrimo scontro all'OK Corrall, in realtà, fu un veloce (e feroce) faccia a faccia risolto a pistolettate nell'arco di non più di 30 secondi, massimo un minuto, dove i fratelli Earp ebbero la meglio. Kasdan anche in questo caso lo propone senza aggiungere alcuna spettacolarizzazione, concentrandosi poi anche sulle conseguenze che ebbe la sparatoria, che portò all'uccisione di Morgan Earp, colpito a tradimento nella schiena e al ferimento grave dell'altro fratello Virgil.

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La sparatoria all'OK Corrall in una ricostruzione di una tavola illustrata.

Kevin Costner è bravissimo nei panni di Earp: da sempre appassionato del genere westen, si vede che mostra impegno nel mettere in scena un personaggio solido, intransigente, ma anche ombroso; Dennis Quaid è stato una sorpresa nel ruolo di Doc Holliday, acui riesce a conferire una tragica risolutezza. Tanti volti noti percorrono il film, un cast da grandi occassioni: Gene Hackman è il capofamiglia Earp, i già citati Tom Sizemore e Bill Pullman come fratelli Masterson, Michael Madsen è Virgil Earp, ma abbiamo anche Isabella Rossellini, Jeff Fahey, Mark Harmon, Rex Linn solo per citarni altri. Insomma, il film sarebbe potuto essere "un piatto gustoso", per usare una metafora, ma viene guastato da alcune scelte di sceneggiatura che, secondo me, ne inficiano il ritmo: innanzitutto non viene dato abbastanza spazio proprio ai cowboys, visto che sin da Dodge City gli scontri tra forze dell'ordine e mandriani - spesso ubriachi e spacconi - erano praticamente all'ordine del giorno; nel film, invece, si vedono giusto un paio di faccia faccia tra "buoni" e "cattivi" per poi lasciare più spazio (sin troppo spazio) alle dinamiche famigliari degli Earp. Potrebbe essere anche interessante vedere come le cognate mal sopportassero Wyatt Earp, perchè, per tenersi vicini i fratelli, quasi li costringeva alla vita da vice-sceriffi, ma quello che "ammazza" l'atmosfera western del film è l'altrettanto eccessivo minutaggio dato alle disavventure sentimentali del protagonista: la rottura con la convivente che beve laudano a tutto spiano, l'incontro con la ballerina/attrice (che, per la cronaca, non fu nemmeno il "grande amore" di Earp) li ho trovati praticamente fuori contesto con tutto il resto del film, come se dover raccontare a tutti i costi i risvolti sentimentali della vita del protagonista fosse un passaggio fondamentale per la trama del film (e questa è una brutta abitudine degli sceneggiatori che ho trovato all'interno di diversi altri film). Retoricamente parlando: se guardo un film, che dovrebbe essere western, intitolato "Wyatt Earp", voglio vedere "fuego" a volontà e tensione, non Wyatt Earp in versione romantica col cuore spezzato. Così come non ho mai capito il finale: dopo la sparatoria all'interno del canyon, dove tra l'altro non viene ucciso alcuno dei "cattivi" principali, il film all'improvviso è come se si interrompesse per saltare avanti nel tempo e mostrarci Wyatt Earp anziano che racconta un flashback su una sua impresa passata. Perchè questo finale? Nessuno ci spiega come finisca la faida con i cowboys superstiti (che ebbe anche strascichi giudiziari), nessuno ci spiega che fine facciano gli amici di Earp, a cominciare dal solidale Doc Holliday; perchè Kasdan lascia da parte questi spunti interessanti per mostraci Costner/Earp da vecchio su un battello? Insomma, un finale attaccato con lo sputo al resto della storia, assolutamente anti-climatico e prolisso. "Wyatt Earp" resta un grande (potenziale) film mancato: sarebbe potuto essere un western storico anche d'azione; Kasdan ne ha tirato fuori un drammone-polpettone. Occasione sprecata.

Locandina italiana.

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