Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
"Perdiamoci di Vista" è chiaramente un'opera minore di Carlo Verdone. Visto oggi, a distanza di trent'anni dalla sua uscita, lo fa sembrare ancor più vecchio, fuori tempo, fa quasi tenerezza. Carlo è sempre bravo, è di due spanne sopra tutti gli attori (una sola, però, nei confronti di Aldo Maccione) e, come gli capita spesso, tiene in piedi la baracca da solo. L'idea di partenza, che è una riflessione sulla tv spazzatura (problema, oggi, non certo risolto, anzi) e soprattutto sulle problematiche dell'handicap, è buona ma finisce per scivolare in un buonismo un po' appiccicoso che solo la bravura di Verdone riesce a tenere entro limiti accettabili. Asia Argento si impegna, ci crede, ma quando apre bocca è un disastro: non è una campionessa di recitazione o, almeno, non lo era allora, bellina bellina e giovane giovane. Sulla storia d'amore, sorvolo. Tutto il resto va a strappi, l'opera è anche eccessivamente lunga, perché quasi due ore per un film così, no, sono troppe. Un film innocuo, dove si sorride ogni tanto, qui e là. Bello ritrovare, invece, certi caratteristi di un Cinema italiano che fu. Solo per super appassionati di Carlo Verdone.
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