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Fahrenheit 451

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su Fahrenheit 451

di steno79
7 stelle

"Fahrenheit 451" è un film atipico nell'opera di Francois Truffaut, è il suo unico film di fantascienza ed anche l'unico, fra circa venti lungometraggi realizzati, girato in inglese e al di fuori della Francia. Il film purtroppo ha una cattiva reputazione fin dall'epoca della sua uscita, è stato considerato generalmente un fallimento, ma a mio parere, pur rientrando fra le sue opere meno personali, può contare comunque su motivi di interesse non così marginali, che dovrebbero farlo valutare in una chiave più positiva.

Tratto dal romanzo di Ray Bradbury ribattezzato in italiano "Gli anni della fenice", il film vuole essere un omaggio alla letteratura e più in generale alla cultura come fonte di illuminazione per l'uomo di fronte all'avanzamento di una tecnologia oppressiva e che finisce per imprigionarlo. Protagonista il pompiere Montag, che vive in una società futura dove i libri sono stati messi all'indice e vengono bruciati pubblicamente come ai tempi del Nazismo, ma l'incontro con un'affascinante donna membro della Resistenza clandestina lo spingerà a rimettere tutto in discussione.

La critica ha rimproverato al film di tutto e di più, ma più che altro si può affermare che "Fahrenheit 451" risulta un po' prolisso e non sviluppa al meglio le premesse che erano contenute nel soggetto, anche se lo scrittore Bradbury pare che ne fosse soddisfatto e si complimento' con Truffaut per il suo lavoro. Da mettere sicuramente all'attivo una vistosa fotografia a colori di Nicholas Roeg dai cromatismi molto forti, in particolare nel ricorso sottolineato al colore rosso, ma anche la musica dalle risonanze hitchcockiane del grande Bernard Hermann. È noto che durante le riprese Truffaut litigò con Oskar Werner riguardo alla caratterizzazione del personaggio di Montag e l'attore sembra stranamente "assente", non risultando del tutto efficace nel rendere il percorso interiore del personaggio, mentre probabilmente migliore risulta la prestazione di una sempre affascinante Julie Christie in un doppio ruolo.

Tirando le somme "Fahrenheit 451" è un film volutamente dissonante, parzialmente riuscito, un tentativo di assimilazione da parte di Truffaut ad un cinema pensato per un pubblico internazionale, molto diverso dalle pellicole Nouvelle vague, purtroppo poco compreso e rinnegato dal suo stesso autore, ma in definitiva ancora vedibile a tanti anni di distanza.

Voto 7/10

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