Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Secondo film della trilogia di Germi dopo “Divorzio all’Italiana” che descrive con critica graffiante il concetto di onore negli anni '60 in Sicilia e non solo in Sicilia. Qui sull'ironia prevale tuttavia l’aspetto grottesco e anche drammatico dei personaggi, in particolare di Don Vincenzo Ascalone. Bravissimi Urzì e la Sandrelli.
Guardando questo film del 1963 ironico e quasi grottesco non può non venire in mente la reale e drammatica vicenda di Franca Viola che si sarebbe svolto nel dicembre 1965. Come ella disse nella sua biograia «Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce». Invito i più giovani che non ne hanno ricordo a cercare in internet la storia di questa ragazza che è stata anche insignita di iniziativa del Presidente della Repubblica della onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana con la motivazione: "Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese"
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