Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
L’ultimo lavoro di Hitchcock – che, nelle intenzioni del regista, non avrebbe dovuto essere tale – è un buon thriller, condito da qualche incursione nella commedia. Questa è generalmente piacevole, ma diventa un po’ troppo ingombrante in un paio di frangenti, finendo per stemperare eccessivamente la tensione anche al suo culmine, come accade, in particolare, nella scena dell'inseguimento in auto.
La narrazione procede scorrevolmente, ha buon ritmo e la regia è funzionale e sempre impeccabile, distinguendosi nella ripresa del dettaglio (prezioso) seppur generalmente scevra da particolari guizzi.
Uno degli aspetti più critici è, probabilmente, il disequilibrio tra le due coppie di protagonisti: Bruce Dern e Barbara Harris giganteggiano nel confronto con William Devane e Karen Black, non unicamente per demeriti interpretativi di questi ultimi, ma soprattutto per la scarsa caratterizzazione dei personaggi che interpretano, indubbiamente meno sfaccettati rispetto ai primi.
Da evidenziare la prima ed unica – ma comunque proficua – collaborazione con il compositore John Williams, reduce dal successo de "Lo Squalo".
Sarebbe miope ed eccessivo pretendere di ritrovare qui le geniali intuizioni dei capolavori del Maestro; nonostante ciò, la sensazione è comunque quella di un risultato leggermente fiacco, in cui a conti fatti non tutte le tessere del puzzle sembrano essersi alloggiate correttamente.
In definitiva, un film piuttosto convenzionale e un po' fuori tempo massimo se inquadrato all'interno del ricco panorama americano di genere degli anni ’70, sempre per quanto si possa definire “convenzionale” un film di Hitchcock.
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