Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Luigi Magni ha a disposizione un cast di alto livello per un film corale, forse però fin troppo virato verso una commedia di genere per lasciare veramente il segno
Un grande cast che spazia da Manfredi a Tognazzi, da Sordi alla Cardinale ed Enrico Maria Salerno, per un film dove Luigi Magni racconta della Roma papalina di inizio Ottocento, subito dopo i turbolenti anni napoleonici ed in pieno clima di restaurazione (anche violenta). Due giacobini vengono accusati di cospirazione contro il papato e di un tentato omicidio e, senza troppe prove che ne dimostrino la colpevolezza, vengono condannati alla ghigliottina (paradossalmente, come dirà uno dei condannati, l'unica forma di modernità essendo stata sperimentata proprio durante la Rivoluzione Francese). Cercherà (ma senza troppa convinzione) di salvarli l'anticlericale Pasquino, capopolo senza popolo, che nulla potrà contro l'apatia generale ed una certa indifferenza. La ricostruzione storica di un fatto avvenuto realmente è comunque accurata ma il film scivola spesso in una sorta di commedia all'italiana ante-littteram, non entrando mai troppo nel merito di motivazioni e spirito di vincitori e vinti. Ne rimane comunque un buon film, intreressante anche per aver aperto una finestra su uno dei periodi storici meno raccontati dal nostro Cinema.
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