Il suo lavoro più recente, La grazia, è stato il film d’apertura di Venezia 82. Uno spunto per tornare al cinema di Paolo Sorrentino da una prospettiva inusuale, inaugurando qui una rubrica che si assume il compito di afferrare l’incorporeo, di raccontare cioè le sensazioni che l’innesto di una canzone nella scena di un film può generare nello spettatore. Per questo primo esperimento torniamo indietro di 24 anni, all’esordio di Sorrentino con L’uomo in più (2001). Un film immerso in una Napoli anni 80, plumbea e dimessa, lontana dal vitalismo a tratti volutamente posticcio di un’opera come Parthenope, e anche dalle narrazioni figlie del turismo di massa degli ultimi anni. Una città indifferente, piuttosto, che avvolge come una nube le solitudini di due uomini con lo stesso nome e cognome: Antonio Pisapia.

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L'uomo in più

Il primo è un ex calciatore che attende invano una chiamata da allenatore, e scivola malinconicamente verso un giudizio crudele: «il calcio è un gioco», e lui «una persona fondamentalmente triste»; il secondo (Tony, interpretato da Toni Servillo) è un cantante tracotante, il cui status di star crolla dopo essere stato sorpreso a letto con una minorenne. È attorno a quest’ultimo che ruotano le scelte musicali del film, un’alternanza tra canzoni cantate da Pisapia stesso - strano incrocio tra un neo-melodico e un Vasco Rossi prima maniera - e inserti che spaziano dall’alternative rock dei Cake alla dance eighties degli Imagination.

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L'uomo in più

Oltre a questi riferimenti, è presente anche un gruppo, gli Air, che con le atmosfere del film pare non c’entrare molto, e che al massimo ha qualche affinità (nella fusione tra ritmo e ambient) con i Talking Heads, il gruppo del cuore di Sorrentino (omaggiati qui tramite un poster appeso nella cameretta della figlia di Tony). Il duo francese aveva composto, nel 2000, la colonna sonora di Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola, e aveva soprattutto dato alle stampe nel 1998 il disco Moon Safari: un esordio folgorante, un cocktail party stellare, che recuperava le melodie ariose anni 70 e le contaminava - in controtendenza con il mood anni 90 - con battiti disco music, inserti krautrock, divagazioni ambient. Da questo album, per L’uomo in più, Sorrentino sceglie una della canzoni più orecchiabili, Ce matin-là: un’oscillazione sintetica che apre a un arpeggio di chitarra, che apre a sua volta a una melodia retrò suonata con i corni, come in un omaggio a Burt Bacharach.

Il brano segna il discrimine nel film tra come i due protagonisti, i due Pisapia, reagiscono al fallimento della loro vita. Il primo, l’aspirante allenatore, soccombe; il secondo, Tony, dopo aver incrociato lo sguardo del suo omonimo in strada e aver poi appreso della sua scomparsa, decide di delinquere per rendergli giustizia: un modo per vendicare la vita di un altro, provando in fondo a riscattare la propria. Ce matin-là compare la prima volta durante il funerale del Pisapia giocatore - come un raggio di sole che entra in contrasto con il grigiore imperante -, per diventare poi il centro della scena conclusiva: Tony si trova sul molo all’alba, vede la polizia che accorre per arrestarlo e scappa con una barchetta a remi, prende il largo per pochi metri e urla ai poliziotti che lo guardano dalla riva: «voglio andare a Capri!».

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L'uomo in più

La canzone, in quel momento, sostiene Tony come fosse dentro un sogno allegorico, in fuga verso una felicità che non si merita, e che sembra possibile, per noi, solo grazie all’utopia retrò dei suoni degli Air. Se per il giovane Fabietto di È stata la mano di Dio Capri è l’isola dello svago, del silenzio (pensiamo alla riflessione del suo amico in barca sul rumore delle onde), della ripartenza dopo un grande dolore, per Tony Pisapia è solo un posto che è troppo tardi raggiungere, è la sconfitta di una vita a cui resta solo la melodia di un corno francese: la canzone l’accompagna di lì a poco in un tuffo in acqua che per un attimo fa pensare a un affogamento. È una scena memorabile, naïf nella ricerca di un riscatto poetico per il suo personaggio, ma già capace di mostrare il gusto di Sorrentino nella scelta delle canzoni, elevando un film ancora molto amato della sua filmografia. 

Autore

Matteo Bailo

Una laurea in filosofia e una passione per la musica che lo porta a inseguire concerti in giro per la regione, e a procurarsi strumenti troppo impegnativi rispetto alla sua chitarra.
Lavora per Film Tv dall'agosto 2012, per il quale cura la rubrica Muzik - L'impero dei suoni, e redige i listini dei palinsesti.

Il film

locandina L'uomo in più

L'uomo in più

Drammatico - Italia 2001 - durata 100’

Regia: Paolo Sorrentino

Con Toni Servillo, Andrea Renzi, Angela Goodwin, Nello Mascia

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