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Monique

Regia di Valérie Guignabodet vedi scheda film

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La recensione su Monique

di starbook
6 stelle

Commedia che scorre sul filo del grottesco, a prima vista morbosetta e pretestuosa ma l’ennesima operazione che stimola ad una riflessione sull’ attuale degrado dei rapporti interpersonali.

Alex e Claire sono una coppia francese di mezza etá con un unico figlio appena partito per un progetto di studio all’estero. Il primo soffre di una profonda crisi depressiva palesando un insano disinteresse per tutto ciò che lo circonda così da incrinare il rapporto sia con la moglie che con gli amici più cari, arrivando infine ad essere ‘ghettizzato’ nella sua professione di eccellente fotografo nel campo pubblicitario. Riesce a comunicare solo a monosillabi così la moglie non tarda a consolarsi con l’esuberante maestro di scultura che ne diventa l’amante. Claire cercherá di spronare l’uomo a reagire a tale empasse emotivo confessando il suo adulterio e proponendo un periodo di separazione, che egli accetta sempre laconicamente, ma anche questo non sortisce nessun effetto nella psiche del marito.

Nei giorni successivi e del tutto inaspettato viene recapitata al povero Alex una cassa in legno, dopo un acquisto online dall’esborso estremamente esoso causato da una sbronza colossale di cui non ricorda nulla, dove si trova una bambola in silicone copia in scala naturale di una donna con misure perfette, modello evoluto delle bambole gonfiabili. Viene soprannominata Monique e diventerá l’amante di Alex, facendolo guarire dalle sue psicosi e dando uno scossone alla propria vita nonché a quella di tutte le persone che gli ruotano intorno. 

Carino ma non eccezionale questa commedia non del tutto originale e soprattutto ‘confezionata’ senza eccessiva cura nei dettagli: regia piatta e recitazione al limite della sufficienza.  Il regista si preoccupa di non calcare troppo la mano, evitando di cadere nel grottesco e mantenendo, così, una certa ‘verosimiglianza’. Insomma, a parte il tema che poi é il solito della disgregazione della famiglia e dei valori (ci risiamo!) non può essere considerata una pellicola sul male oscuro, rimane perciò una commedia lieve in cui la depressione é solo 'funzionale'. Mi ha colpito perché ha corroborato in me la convinzione sull’importanza del Caso e sull'imprevedibilità degli eventi, che spesso ci cambiano la vita, risultando inoltre una simpatica digressione sulle molteplici ‘forme di amore’.

Ricorda vagamente l’indipendente americano ‘Lars, e una ragazza tutta sua’ e il nipponico capolavoro, estremamente poetico, ‘Air doll’.

 

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