Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Un’elegia di trentotto minuti, divisa in due parti, alla quale Sokurov ha lavorato per un decennio. È esemplare come modello di documentario poetico e fortemente realista, ma forse ancor più stupefacente è il genio del regista, la sua capacità di sintesi, di coinvolgimento, di riflessione sulla caducità della vita e sui falsi miti e ideali politici. Non bisogna infatti dimenticare che Sokurov è l’allievo per eccellenza del grande Tarkovskji ribelle per antonomasia, spirito libero, strenuo oppositore del regime. Straziante il climax stilistico con il quale viene messa alla berlina la retorica socialista giungendo ad un apologo spettrale, innevato, carico di odi mai sopiti e di vane speranze future.
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