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La finestra sul cortile

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La finestra sul cortile

di DeathCross
10 stelle

Capolavoro Hitchcockiano che, come "Psycho" e altre Opere del Regista, ha impresso una Traccia indelebile nell'Evoluzione dei Linguaggi Cinematografici.

Come in altri Film del Maestro inglese, l'Attenzione del Regista è rivolta soprattutto alla costruzione dell'Immagine, alla Forma Cinematografica, ma dentro questa Forma troviamo i Contenuti, gli spunti di Riflessione Sociale che l'Autore lancia.

 

Tutto il Film, fatta eccezione per il Finale e per la scena in cui la padrona del cane ucciso urla il proprio dolore contro il vicinato, gioca su due piani: l'interno dell'appartamento del protagonista Jeff (James Stewart) e l'ideale palcoscenico incorniciato dalla finestra della stanza e da cui, insieme al protagonista, osserviamo ciò che avviene all'esterno nel cortile  e all'interno degli appartamenti del vicinato. E già in questa squisita scelta Registica possiamo leggere il primo "messaggio" sociale: infatti, ciò che noi, il protagonista e pochissimi altri personaggi principali possiamo comprendere di ciò che accade nelle vite dei vicini e delle vicine si riduce a quello che accade all'esterno nel cortile e a quel poco di campo visivo che le finestre lasciano intravedere dei vari appartamenti. Ne consegue che le nostre impressioni sulle persone non potranno che essere superficiali e stereotipate, e difatti il nostro anti-eroico (per carattere e per impedimento fisico) protagonista classifica le persone che è 'costretto' ad osservare durante la sua infermità con nomignoli caricaturali (miss Torso, miss Lonelyhearts) oppure definendoli per l'attività che svolgono (come Songwriter). Questa superficialità del protagonista riflette la superficialità con cui solitamente tendiamo a classificare le persone da un'osservazione fugace senza cercare di approfondire la conoscenza in quanto fortemente egocentrici e noncuranti del prossimo, fatta eccezione di quando accade una disgrazia: non appena sentiamo l'odore di qualcosa di morboso o sospetto, ecco che la nostra curiosità si accende e allora iniziamo a costruire le ipotesi più raccapriccianti, sempre guidati però da una superficialità moralistica e pregiudiziale. Come dice la padrona del cane (che ha l'abitudine di dormire col marito fuori dalla terrazza), solo gli animali amano incondizionatamente gli/le altri/e senza pregiudizi e, forse per questo, non possono non essere puniti dalla 'razionalità moralistica' dell'uomo 'civile'. Ma subito dopo che noi, il protagonista e la sua fidanzata Lisa (Grace Kelly) siamo giunti a questa conclusione, ovvero all'autocritica verso la morbosità che ci fa sperare nella morte della moglie di Thorwald (Raymond Burr), ecco che il Film ritorna sui suoi passi: l'uomo è l'unico che non si affaccia all'urlo della padrona del cane (nell'unica scena, fatta eccezione per lo scontro finale, dove la mdp riprende le vicende dall'esterno nel cortile) rimanendo seduto a fumare nascosto nell'oscurità della sua stanza (forse per nascondersi dalla sua colpa). Dunque il delitto raccapricciante immaginato da Jeff e sostenuto da Lisa e dall'infermiera Stella (Thelma Ritter), nonostante sia stato dedotto da dettagli notati e intuiti dal protagonista, si conferma in quanto evento realmente accaduto, un po' come accadeva in "Touch of Evil" di Welles (dove le intuizioni di Quinlan si rivelavano corrette anche se non provate onestamente). Dunque, il giudizio "superficiale" ma creduto come certo si rivela corretto, mentre i dubbi sollevati dall'indagine del poliziotto Doyle (Wendell Corey) si svelano come ingannatori e devianti. Dunque, è più 'etico' cercare di provare le proprie certezze pregiudiziali oppure mettere in dubbio le proprie convinzioni senza giudicare il prossimo? Il FIlm non ci dà risposte su questo Quesito, così come non le dà sull'altro Tema presente, ovvero il rapporto di coppia.

L'Opera infatti ci mostra un panorama diversificato di coppie e di idee di coppia: dalla relazione complicata ma 'normale' tra l'avventuroso Jeff e l'altolocata Lisa a quella ancor più complicata e tragicamente conclusa tra Thorwald e la moglie malata, passando per i novelli sposi che prendono casa ad inizio film, ai due già citati padroni/a del cane che tendono a dormire all'aperto (per ripararsi in fretta quando si mette a piovere), fino ad arrivare alle coppie 'dimezzate' di Stella (che cita il marito per incentivare Jeff a sposarsi) e Doyle (la cui moglie viene rievocata da Jeff nel momento in cui il poliziotto si perde ad osservare la ballerina). Infine, troviamo alcune (tre) figure solitarie che nell'Epilogo illusoriamente sereno troveranno completamento: miss Torso, circondata spesso da uomini che la desiderano ma che lei non ama, vedrà tornare il suo non troppo attraente fidanzato dall'esercito; miss Lonelyhearts, invece, i cui incontri amorosi si limitano ad un appuntamento immaginario fortemente melanconico e ad uno reale concluso con la cacciata dell'amante troppo focoso, si ritrova nell'ultima scena in casa del Songwriter la cui melodia, finalmente conclusa nella composizione, aveva precedentemente salvato la zitella dal tentativo di suicidio. Unica anima solitaria dall'inizio alla fine è la scultrice (e chissà cosa vorrà dire l'Autore con questo). Come già anticipato, l'epilogo è apparentemente consolatorio e all'insegna dell'Amore ritrovato: oltre ai tre citati personaggi (e alla scultrice sempre solitaria), ritroviamo i due cinofili con un nuovo cane e i due protagonisti insieme nell'appartamento. Ma questo idillio Amoroso è, appunto, un'Illusione perché infatti tutte le coppie nascondono qualcosa di problematico. I due sposini, sempre nascosti dalle tende tranne per alcuni brevi momenti col marito alla finestra, sono intenti a litigare; miss Torso accoglie il fidanzato in casa ma precedentemente l'abbiamo vista circondata da uomini (e mi pare che ne abbia pure baciato uno); il Songwriter e miss Lonelyhearts sono mostrati intenti solo ad ascoltare il brano e, quindi, è possibile che il musicista in realtà non ricambi tanto l'amore della zitella ma anzi soddisfi solo il suo Ego di compositore apprezzato (anche perché, nella scena del cane ucciso, egli stava dando una festa piena di donzelle); la coppia del cane è 'divisa' tra il marito dentro e la moglie fuori intenta ad accudire il nuovo cagnolino (e la facilità con cui ha sostituito il defunto 'tanto amato' rivela l'ipocrisia insita nel discorso disperato notturno). Sui Thorwald direi che è inutile aggiungere ulteriori considerazioni riguardo al fallimento del loro rapporto amoroso. Infine, anche l'unione tra i due protagonisti, con Jeff che finalmente dorme sereno nonostante sia immobilizzato su ben due gambe e Lisa intenta a leggere un romanzo d'avventura, ha un che di finto e incerto: dopo aver constatato il sonno del compagno, la ragazza non esita a sostituire il romanzo di viaggi (simbolo della sua 'evoluzione' avventurosa) con una rivista di moda. Non siamo dunque certi se i due si congiungeranno finalmente in matrimonio, e nemmeno sappiamo quanto durerà il loro amore: forse a lungo come quello di Stella (la quale ammette di litigare col consorte), forse terminerà al primo viaggio di Jeff dopo la sua guarigione; chissà, potrebbe terminare tragicamente come il rapporto tra Thorwald e moglie, magari con i ruoli invertiti, vista la spiccata intraprendenza dimostrata da Lisa intrufolandosi nell'appartamento dell'uxoricida (tra l'altro il suo contributo si dimostrerà essenziale per la risoluzione del caso e, assieme alla 'veggente' infermiera, dimostrano come l'intuito femminile superi quello maschile, specialmente se maschile coincide con poliziesco) ...

Insomma, la Finestra (Vera Protagonista dell'Opera) rimane aperta ad infinite possibilità.

 

Un Capolavoro da studiare se si desidera fare Cinema (e Autori come De Palma han dimostrato di aver studiato questo Film), dove la Maestria Registica di Hitchcock (che, come sempre, appare all'interno dell'appartamento del Songwriter) primeggia, giustamente, su tutto il resto. Nonostante ciò, la Magnificenza della Cura per le Immagini viene sostenuta da un intreccio decisamente ben costruito, da dei dialoghi memorabili e intelligenti, da una colonna sonora variegata che si sposa stubendamente con le Immagini (in particolare il tema 'in formazione' del compositore). Il Cast, infine, è di Alto Livello: James Stewart si cala totalmente nell'immobile Jeff delineando molto bene l'evoluzione caratteriale da fotografo avventuroso reso scorbutico dalla sua immobilità ad amante incantato dall'intraprendenza della sua ragazza. Grace Kelly 'disegna' con talento la complessità caratteriale del personaggio, dapprima rattristata per la paura che Jeff nutre verso un rapporto impegnativo con una persona 'perfetta' come lei e poi disposta a buttarsi anima e corpo nell'avventura in cui si è cacciato l'amato, ma rimanendo in fondo sempre fedele alla sua condizione di ragazza agiata e 'perfetta'. Degno di nota anche Raymond Burr, che mostra con grande bravura i turbamenti interiori del suo personaggio, imprimendogli una sottile ma squisita dose di melanconia nel finale. Il reparto attoriale è grandiosamente diretto da Hitchcock affinché nessun personaggio risulti giudicato, positivamente o negativamente: il killer squattrinato è, in fondo in fondo, disperato e sconvolto dal suo gesto, e d'altro canto i personaggi di Stewart, della Kelly o della Ritter non incarnano sicuramente il "Bene", in quanto affetti da una morbosità assai poco 'nobile'. Il poliziotto, infine, è umanamente simpatico e razionalmente onesto ma la soluzione del giallo prova la miopia del suo scetticismo.

 

Concludendo, "Rear Window" è un Classico da non perdere e da amare se si vuole conservare una parvenza di credibilità come Cinefili e Cinefile: bisogna essere o degli emeriti ignoranti (di Cinema, ma non solo) o degli sfacciati bastian contrario in cerca di attenzioni (e quindi imbecilli) per anche solo pensare di poter smontare un Pilastro della Settima Arte come Questo. Fortunatamente, delle 4 "recensioni" negative presenti in questo sito, 2 sono in realtà opinioni prive di voto (ma positive), 1 sembra più una dichiarazione per twitter e l'altra proviene da un utente dalle stroncature credibili come i discorsi di berusconi (e visto in nickname direi che il paragone calza a pennello).

 

Con questo 'epilogo' di recensione ho provato l'Attualità dell'Opera: le finestre di oggi sono le finestre che internet ci apre sul mondo, ma le opinioni che ci facciamo delle persone sono superficiali ancor più delle etichette 'partorite' dal protagonista dell'Opera in quanto basate su parole scritte (nemmeno su comportamenti osservati per qualche secondo).

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