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Kill Her Goats

Regia di Steve Wolsh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Kill Her Goats

di undying
6 stelle

Kane Hodder presta il suo corpo (la faccia resta nascosta dietro una maschera) al solito killer sanguinario. La sceneggiatura non brilla per logica e significato, ma il regista Steve Wolsh segue la strada intrapresa con "Muck" (2015): tanta (nuda) bellezza femminile, di livello altissimo (si contano tre "Playmate" del mese, apparse su Playboy).


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Kill Her Goats (2023): locandina

 

Per aver conseguito la laurea, Audra (Arielle Raycene) ottiene dal padre, in dono, una meravigliosa villa a Cape Cod (West Craven), presso la quale si trasferisce temporaneamente a vivere. Organizza una festa, alla quale sono invitate le amiche Reese (Monica Sims) e Missy (Ellie Gonsalvever). Sfortunatamente per Audra, qualcuno - Goatface (Kane Hodder) - non apprezza la sua presenza nella casa, prendendo di mira lei e i suoi ospiti.

 

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Ritorna dietro la macchina da presa Steve Wolsh, girando un film che si pone sulla linea del suo precedente debutto (Muck, 2015), se non altro per la scelta di un cast femminile da sturbo (su cinque protagoniste, tre sono state Playmate di "Playboy" tra il 2015 e il 2016), ripreso ovviamente con pochissimi indumenti intimi, in generale calzettoni e mutandine filoformi e per l'ambientazione nella lussuosa tenuta Tupp, entrata in possesso della esaltata protagonista. Esattamente come avvenuto per Muck, titolo poi rimasto senza prequel, anche in questa occasione la storia è piuttosto confusa. Dopo un incipit esaltante, che rimanda inevitabilmente ai migliori tempi dello slasher anni Ottanta e nel quale Kane Hodder (interpreta Goatface) massacra una coppietta in tenda, Kill Her Goats staziona per un'ora in zona "pruriginosa", mostrandoci tre figaccione molto ben disposte a rimuovere i vestiti, posare mettendo ben in evidenza una gran quantità di enormi - ben proporzionate - tette, nonché nobili, morbidi, rotondeggianti e meravigliosi culi da paginone centrale di "Playboy".

 

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Kill Her Goats: Monica Sims ed Ellie Gonsalvever

 

In questa fase, Wolsh cita La notte dei morti viventi (George A. Romero), mentre le tre amiche guardano la televisione. Per arrivare a questo punto (banale ma sicuramente esteticamente gradevole), abbiamo dovuto fare ben due passi indietro nel tempo (annunciati dalla didascalia "Earlier that Day"): uno è quello del massacro in tenda, l'altro ci aveva portato in spiaggia, ad incontrare Reese (Monica Sims), Missy (Ellie Gonsalvever), l'ex fidanzato di Audra, Devon (Skyler Seymour) e la sua attuale compagna, Autumn (Amberleigh West). Sono situazioni inserite da Wolsh senza una precisa logica che non sia puramente mirata ad allungare il metraggio, dato che non contribuiscono in alcun modo a disvelare l'enigma dei killer in azione. L'incertezza del testo regna sovrana, e continua senza soluzione di continuità anche ad oltre 50 minuti inoltrati: sulla scena compaiono alcune capre (uno scherzo dell'ex di Audra) assieme a due inattesi killer che indossano maschere di capra; uno è armato di tagliasiepe elettrica a doppia lama gigante (alla Texas Chainsaw Massacre), l'altro si porta appresso una enorme sciabola munita di denti scagliati. Nel frattempo Missy (Ellie Gonsalvever) si è addormentata e vive un incubo spaventoso - momento, questo, che giustifica una plausibile continuità con Muck, dato che qualcuno (lo stesso regista) si manifesta nel sogno della vittima, uccidendola (rigorosamente nuda) in una palude fangosa - con effetti macabri sulla realtà (alla Freddy Krueger). Wolsh si perde poi in un finale a scatole cinesi, nel quale viene svelata l'identità di uno dei due Goatface: il marito della sorella di Audra (Danielle Mathers), intenzionato ad eliminare la cognata dopo la morte del padre di lei, con la quale entra in mortale conflitto. Uno dei punti deboli del film è proprio la sceneggiatura, attività che il regista farebbe bene a demandare a qualcuno più portato. Ma come omaggio al sottogenere slasher, Kill Her Goats offre interessanti punti di vista sul gore e sullo splatter (con pochi effetti realistici e rigorosamente prostetici), nonché ha il pregio di riproporre - da lungo corso, ahinoi, cosa in via di estinzione sugli schermi cinematografici e/o televisivi - tanta gnocca, di gran profilo estetico, allergica ai vestiti (anche intimi, eccezion fatta per calzettoni a righe), maliziosamente denudata durante aggressioni, inseguimenti e scontri a filo di lama tagliente, dal sanguinario killer mascherato di circostanza. Lungo segmento finale con inserimento sui titoli di coda di vari bloopers che, in tutta onestà, potevano essere lasciati ai contenuti speciali delle edizioni home video.

 

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Kill Her Goats: Ellie Gonsalvever

 

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Kill Her Goats: uno, dei due, Goatface in azione 

 

"Dicono che quando era colto da desiderio erotico, Zeus assumeva ora le sembianze di toro, ora di aquila, ora di cigno. Con tutti questi racconti gli antichi volevano dunque dimostrare l'onore che essi tributavano agli animali e ancor di più quando narrano che ad allevare Zeus fu una capra."

(Porfirio)

 

Trailer 

 

F.P. 10/04/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 99'13") / Data del rilascio USA (home video): 28/04/2023

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