Regia di Betty Thomas vedi scheda film
Biografia cinematografica di Howard Stern, interpretata da lui stesso. Sceneggiatura un po' discontinua, ma nel complesso il film non è male.
Questo docufilm è la biografia cinematografica di Howard Stern, disc-jockey e showman, interpretata da lui medesimo. Confezionato come un lungo flashback, attraverso cui, sull'aereo Howard Stern ,attaccando bottone con Gloria, la ragazza che gli siede accanto, racconta a lei e a noi, la propria vita. La sua infanzia,poi il college, l'incontro con la fidanzata Allison, gli inizi ostici dell'attività nelle radio locali, dove veniva regolarmente congedato. Un direttore di produzione, lo licenziò come conduttore, ritenendolo inadatto, per riassumerlo come supervisore, in quanto apprezzava la sua dedizione e buona volontà, ma il ruolo per quanto redditizio e prestigioso gli stava stretto, dunque ritornò a fare “l’entertainment”, dal 1977, in poi la sua carriera prese il volo e il suo stile irriverente gli consentì di parlare dai microfoni di stazioni radio sempre più importanti, fino ad essere assunto alla NBC di New York. Come in precedenza, anche lì si verificarono polemiche, con la dirigenza,nella persona di un direttore, bacchettone e tradizionalista, ma poi l'audience, che saliva in modo esponenziale e gli sponsor che ovviamente aumentarono gli diedero man forte, chi riesce a procurare soldi ha sempre ragione, diventò dunque il numero uno nel suo genere. La gente lo ascoltava, non tutti lo amavano, ma tutti lo seguivano. Nel 1982 era già divenuto un’icona, raggiungendo i venti milioni di ascoltatori, conducendo un programma nonsense, provocatorio, pregno di volgarità e di intemperanze verbali, con orgasmi e peti in diretta e oscenità di vario tipo. Stern non fa fatica a impersonare sé stesso, si diverte a mettere in scena la sua personalità eccessiva e traboccante, parodiandosi ma soprattutto incensandosi, in una sorta di autoglorificazione, Nel luglio 1985 fece una sorta di comizio a Central Patk ad una folla esultante, che ne decretò il definitivo successo. Il viaggio è finito. All'aeroporto ad attendere Stern c'è la moglie Allison con i tre figli piccoli. Gli passa davanti Gloria, la passeggera che aveva raccolto le sue confidenze, Stern la ferma e le propone un “ménage à trois”, per poi passare a cercare di convincere la moglie. Il successo di Stern è un enigma. Non è un personaggio come Lenny Bruce, che era fortemente politicizzato, iconoclasta e alternativo, Stern che peraltro lavora solo alla radio, non aveva e non ha obbiettivi di satira-politica, la sua comicità estemporanea e sopra le righe è grassa e greve, il suo linguaggio scatologico e genitale, le sue provocazioni incentrate solo sul sesso, l’unico tabù che aveva infranto e che aveva portato nelle case di tutti gli americani, demistificandolo e rendendolo” domestico”. La struttura narrativa del film è discontinua e disordinata, con ritmi lenti, pause lunghe, ampi spazi per i “'numeri' radiofonici “del suo leader, ma, più che il ritratto di questo furbo ma superficiale animatore radiofonico, è interessante la scorsa che il, film riesce a fare sugli anni Ottanta. Quelli del riflusso, delle finte bionde, dell’edonismo reaganiano. In questo il film funziona alla grande, riportandoci i colori e gli umori di quel periodo, difficile da classificare.
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