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The Monster

Regia di Bryan Bertino vedi scheda film

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La recensione su The Monster

di Utente rimosso (cinerubik)
6 stelle

Mia mamma mi dice che i mostri non esistono. Però ha torto. Sono là fuori e ti aspettano... ti guardano. Restano al buio. A volte dove li vedi. A volte dove non puoi vederli. Adesso lo so." Comincia con questa riflessione della piccola Lizzy (Ella Ballentine) il film THE MONSTER, un horror di nicchia a bassa distribuzione e dai contenuti SOLO apparentemente banali.

 

Bryan Bertino, già alla regia in THE STRANGERS, si mostra ancora una volta capace di mantenere la tensione alta senza ricorrere al trascendentale e ci offre un drama-horror (da lui scritto) incentrato su un difficile rapporto madre-figlia (conta)minato dall'alcolismo materno. Lizzy vive sospesa fra odio e amore per Kathy (la Zoe Kazan di RUBY SPARKS), madre e donna divorziata, lassista, rassegnata e poco premurosa, con la quale vive un rapporto complicato. Come conseguenza della decisione di Lizzy di trasferirsi dal padre che vive lontano, le due affrontano un lungo viaggio in auto. Attraversando una strada che taglia una lugubre foresta investono un lupo danneggiando l'auto. Madre e figlia restano così sole nell'abitacolo fermo, sotto un violento acquazzone, in attesa dei soccorsi. Ben presto si renderanno conto di non essere sole e che quella foresta nasconde qualcosa di terribile.

 

La trama di per sé, è tutt'altro che geniale e si potrebbe pensare a una scopiazzatura di tanti film che hanno proposto situazioni simili (da Venerdì 13 a Jurassic Park solo per citarne un paio), tuttavia THE MONSTER prende una piega diversa e non lo fa con colpi di scena o eventi prettamente horror (o meglio, non solo) ma sfruttando la paura di morire per innescare in Kathy un senso materno di cui è sempre stata priva. 

 

Ho apprezzato il linguaggio metaforico. Due "mostri" minacciano contemporaneamente madre e figlia: l'alcol, così "affabile" e irresistibile nel vetro trasparente ("a volte dove li vedi") e quello che si cela nella buia foresta ("a volte dove non puoi vederli"). I "piccoli sorsi" che non spaventano come zanne e artigli perché contengono una promessa mendace. Kathy, cui i vizi hanno sottratto gli affetti, riscopre l'istinto, il senso di protezione verso colei che ama e che ha generato e tutto ciò accade per paura (di perderla e non più di perdersi). Un percorso inversamente proporzionale che simboleggia una "salvezza" per entrambe nella consapevolezza di Lizzy ("adesso lo so"). Atmosfere cupe e fredde. Musiche ben dosate. Un horror che va oltre ciò che appare. Piccola perla che poteva esser meglio lustrata.

I mostri sono sempre là fuori (ognuno ha i propri). Aspettano e ci guardano.

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