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Il Mostro

1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Il Mostro

di na
8 stelle

Così la luce dei fari delle auto nella notte, che illuminano le strade delle campagne fiorentine (scena riproposta con varianti più volte dal regista), diventano simbolo di questa ricerca vana di un colpevole che, dopo oltre mezzo secolo di indagini, non sarà mai trovato.

 

A scanso di equivoci lo dico subito: ho amato la serie di Sollima sul Mostro di Firenze.

Stefano Sollima si riconferma uno dei più solidi e dotati registi di genere italiani.

Nella serie il linguaggio cinematografico viene utilizzato per esprimere il disorientamento che la vicenda del Mostro di Firenze ha creato, per decenni, negli inquirenti. Sollima fa la scelta coraggiosissima di disorientare il suo pubblico a cui non offre nessun appiglio per trovare una direzione certa nella visione delle vicende rappresentate. Il regista sceglie, consapevolmente e rischiando tantissimo, di non inserire nessun protagonista, nessuno con cui lo spettatore si possa identificare, provocando così chi guarda, che non avrà mai certezze nel rapportarsi alla vicenda. Allo stesso modo, privi di ogni certezza, appaiono gli inquirenti e tutte le forze dell’ordine che si avvicendano nelle indagini. Lo spettatore, quindi, prova la stessa confusione che provano loro e questo sostituisce il rispecchiamento in un singolo personaggio che il regista sceglie di evitare.

Ogni puntata di questa prima stagione segue uno dei presunti colpevoli della cosiddetta “pista sarda”, una delle prime ipotesi investigative seguite dalla procura. Ogni puntata ridisegna la vicenda del primo omicidio del 1968 aggiungendo particolari e depistando lo spettatore, insinuandogli sempre nuovi dubbi e destabilizzandolo come a dire “pensi di aver capito, credi che tutto torni ma guarda che le cose potrebbero anche non essere andate così”. Puntata dopo puntata lo spettatore è sempre più disorientato e, allo stesso tempo, sempre più disturbato da un male che, ogni volta, si fa più grande e oscuro.

Così la luce dei fari delle auto nella notte, che illuminano le strade delle campagne fiorentine (scena riproposta con varianti più volte dal regista), diventano simbolo di questa ricerca vana di un colpevole che, dopo oltre mezzo secolo di indagini, non sarà mai trovato.

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