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La vita privata di Sherlock Holmes

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su La vita privata di Sherlock Holmes

di Baliverna
8 stelle

Sherlock Holmes non è uomo irreprensibile, e prende qualche cantonata. Ma i casi li risolve sempre.

Ebbi l'occasione di vederlo negli anni '90, quando circolava (un pochino) in televisione e videocassetta. Ma la fotografia di questo film, va detto, è di un tipo che nelle suddette condizioni soffriva molto: per il formato televisivo, per i colori pastello e sfumati, il leggero effetto nebbia (forse ottenuto con qualche filtro), per una certa grana della pellicola soprattutto in certi passi, dovuta ad una conservazione non ottimale. Il risultato era un'immagine senza contrasto, un po' sfocata, con forte sfrigolio, e amputata dal formato, proprio fastidiosa. Ora, però, con la nuova versione digitalizzata che sta circolando, il film ha riconquistato una qualità soddisfacente per la visione.

Non è una classica commedia di Billy Wilder, e non è uno dei drammi che lo resero celebre. È un prodotto atipico sulla celeberrima figura dell'investigatore inglese, sulla falsariga dei film di spionaggio e investigativi, con qualche puntatina nella commedia. Si differenzia dall'iconografia classica dell'investigatore per il non nasconderne difetti e debolezze (non ultima un saltuario uso di stupefacenti), e in generale una certa boria, che lo porta ad innalzare se stesso e dileggiare più del dovuto la figura del suo assistente. Ho molto apprezzato diverse battute ironiche e di umorismo lieve che sono sparse nel film, come in ossequio al controllato e composto umorismo britannico (che io gradisco in modo particolare). L'abituale voglia di Wilder di tirare pizzicotti alle istituzioni e ai politici, seppure castigata, non è del tutto incatenata. Pensando però al bersaglio verso cui sono dirette, non sono battute neppure troppo innocue. Come quella sull'abitudine del governo di Sua Maestà di organizzare colpi di stato e rivolte nei più svariati paesi in giro per il mondo, tramite l'azione di associazioni apparentemente dedite ad altro ed estranee alla politica. Oppure la stoccata sulle pessime condizioni di vita nelle patrie galere...

L'abbozzata e mancata storia d'amore stende un velo di tristezza e solitudine sulla figura di Sherlock Holmes, che la sua ostentata flemma e indifferenza verso i sentimenti non possono del tutto nascondere. A ben guardare, entrambi sono persone orgogliose, raziocinanti, furbe, un un po' false e un po' vanitose; non potevano che innamorarsi, anche se lentamente, e cercando di nasconderlo all'altro.

Gli attori sono tutti bravi, specialmente Robert Stephens che interpreta Sherlock Holmes.

Potendo, vale la pena guardare il film in originale, per apprezzare la flemma della sua voce, il suo contegno vittoriano, il suo tono distaccato e un po' spocchioso, e il suo tipico accento inglese.

Insomma, Billy Wilder, pur uscendo dal suo abituale seminato, ha girato di nuovo un buon film.

 

 

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