Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film
Solenne vaccata di un (ex)grande regista, al tempo(1990) delle riprese, già ampiamente se no del tutto svaporato, forse nella demenza. E' quasi impossibile a parole elencare tutti gli ambiziosi o forse solo sardonici ma mal proposti intenti dell'opera, non ultimo l'inserirsi in forma "arty" autoriale nel filone delle possessioni demoniache dai preti presenti o protagonisti in scena(Will Patton in un ruolo ridicolo, Talia Shire misteriosa suora dalla fattezze nascoste come fossimo in "Sentinel", Richard Bradford fa il Monsignore Cassidy, scelto forse per il suo volto quasi sempre in ruoli da cattivo), e la pochezza di risultati con in pratica un inno alla indissolubilità del matrimonio e al ritorno con il marito con cui si è preso un impegno pur se appagate fedifraghe, e di riavvicinamento per chi non crede o ha perso la fede, all'interno salvifico e di pace e serenità della Chiesa Cattolica. Ora, a parte il per certi versi sorprendente intento da parte di uno come Roeg, che in genere da ''A Venezia...un dicembre rosso shocking" in poi non è mai sembrato così tenerone e un regista da poter essere assoldato nel dipartimento film fantasy della Dreamworks, è il risultato finale e soprattutto l'ultima mezz'ora dopo la "resurrezione" dalla morte di Mark Harmon, che lascia assolutamente basiti, per la pochezza della conclusione, la raffazzonatezza degli inserimenti soprannaturali e religioso-spirituali, la ridicolaggine insita già in sede di scrittura delle troppe scene. Tanto che, e l'insuccesso di pubblico in questo caso non può non certificarlo, "Oscuri presagi" può entrare di diritto in quella poco ambita categoria dei "massimi sculti" di grande o talentuoso regista, dei novanta. Tecnicamente valido(basti pensare alla buona partitura per alcuni temi) di Stanley Myers, la fotografia calda e pastosa di Francis Kenny(e almeno questo non potrebbe trattarsi altrimenti, essendo Roeg anche stato un grande operatore), ma completamente farraginoso e ridicolo in ognuno dei suoi risultati, chi inneggia isolatamente a questo titolo come qualcosa da rivalutare notevolmente e poco conosciuto, non lo ha nemmeno visto. Tanto che parlano di una Theresa Russell che si concede generosamente allo spettatore per nudi e scene erotiche(il film venne cercato di pubblicizzarlo così per la fugace uscita nelle sale italiane, a chi difatti non andò quasi nessuno, ma solo perché c'è la Russell la quale in effetti si spogliava quasi sempre) che infatti nel film non ci sono se non qualche bikini nella parte rivierasca dell'incidente nautico(e soltanto questo inizio fino a tutta la parte sanitaria in ospedale con i medici centroamericani si salva)in Messico, e fuggevole capezzolo allo specchio in bagno. Di scena a letto ce ne sarebbe in concreto, veramente una sola, di rara bruttezza e ridicolaggine con lei vestita che si dibatte come una tarantola poichè vuole "scopare duro e violento" con l'amante James Russo, come presunta "reazione" al marito Mark Harmon forse di nuovo agonizzante in ospedale, e lei che viene calmata dai suoi squilibrati intenti dallo stesso amante, in una sequenza-breve- di rara bruttezza e goffaggine. Per cui di erotismo e torride sequenze "roeghiane" assortite ce ne sono praticamente a 0, e potrebbe benissimo-se già non lo è stato- essere programmato nei pomeriggi estivi di Rete4. E come tematiche e personaggi, sarebbe pure adatto
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