Regia di Italo Zingarelli vedi scheda film
Da vedere nella sua versione integrale americana con i titoli in inglese dallo splendido tema di Ennio Morricone, è con varie sequenze non doppiate sott. , della MgM, di 110', e non-per una strana volta-in quella italiana accorciata a 89'. Diretto da Don Taylor che poi si sarebbe mostrato non soltanto valido caratterista americano, ma anche regista dotato nei generi, e di successo, e dal produttore Italo Zingarelli per almeno qualche scena, soltanto Daniela Giordano ha sostenuto che Zingarelli abbia girato praticamente tutto il film, e Taylor rilevato dal ruolo all'inizio. Anche Bud Spencer sostenne come la produzione americana, che il film fosse stato diretto interamente da Taylor, mentre che Dario Argento qui co-sceneggiatore italiano con Mark Richards, abbia diretto il film o almeno qualche sequenza, quindi esordendo alla regia pochi mesi prima de "L'uccello dalle piume di cristallo", anche se suggestivo e sostenuto da Tetsuro Tamba, pare essere una di quelle cose che scrivono i "giovani critici" per farsi leggere, e che vorrebbero loro, fosse vero. Epico o rivoluzionario come altri film spaghetti western del periodo "tortilla" ambientati durante la rivoluzione messicana di Madero, Villa e Zapata contro Porfirio Diaz, ma in più molto divertente da guardare solo come grande film "di rapina al treno" e, nel complesso, offre anche fuori dalla lunga sequenza silenziosa della rapina, una buona dose di azione Western nelle situazioni che la precedono. Argento lo sceneggiò come ultimo suo titolo nel genere, dopo "Oggi a me, domani a te!" e il capolavoro di Sergio Leone "C'era una volta il West". Argento ha lavorato alla sceneggiatura di diversi spaghetti western pure non accreditato, e questo è quello che viene menzionato più spesso dopo il testo magno leoniano, il che porta a credere che sia uno dei suoi migliori. La trama è incentrata su un uomo chiamato "L'Olandese" interpretato nientemeno che da Peter Graves forse nel suo unico film girato in Italia, che escogita un piano per rubare 500.000 dollari in oro da un treno in marcia dell'esercito regolare messicano. Tuttavia, non può farlo da solo, e quindi recluta i servizi di quattro uomini esperti nei loro diversi settori di elezione. Hanno tutti qualcosa da dimostrare, e i 1000 dollari che offre per il loro aiuto danno loro l'iniziativa di provarci. Il film segue poi l'improvvisato "esercito di cinque uomini", mentre lungamente effettuano l'ardita e eleborata rapina rubando l'oro.
Il film inizia con Nino Castelnuovo che va in giro a chiedere ai potenziali membri dell"'esercito" di unirsi al temerario piano. Questo tipo di espediente narrativo è comune nel film, poiché è tutto raccontato in modo piuttosto semplice, codice comune di ogni produzione Zingarelli, e di successo. Tuttavia, se me lo chiedete, è un bene, perché alcuni western dello stesso periodo e filone più "politicizzato" come questo, tendono a diventare un po' troppo complicati, e questo può togliere qualcosa al piacere della visione. C'è anche molto altro da apprezzare, dato che Argento e il suo collega sceneggiatore americano sono riusciti a creare un assortimento variegato di personaggi, e che si integrano bene tra loro. Naturalmente, non mancano tutte le esplosioni e le sparatorie che i fan degli spaghetti western, ma in più molto divertente da guardare solo come grande film "di rapina al treno" e, nel complesso, offre anche fuori dalla lunga sequenza silenziosa della rapina, una buona dose di azione western nelle situazioni che la precedono. Va pure detto che abbastanza originalmente non c'è tanta violenza come nei suoi simili tranne forse nella bella sequenza con il malvagio tenente messicano Carlo Alighiero(che ritornerà poi, argentianamente, ne "Il Gatto a nove code"), e i suoi sottoposti GiacomoRossi Stuart e Pietro Torrisi, uccisi in un ufficio militare per un repentino capovolgimento armato, anche a colpi di katana dal giapponese Tetsuro Tamba, il secondo giapponese del nostro western italiano dopo il grande Tatsuya "Kagemusha" Nakadai, dell'altro "argentiano" "Oggi a me, domani a te!". Poiché gran parte del film si concentra sulla rapina al treno per quaranta minuti verso alla fine(memorabile la lunga sequenza di Tamba che deve correre a mozzafiato rotta di collo e a perdicuore, per terreni scoscesi e pendi collinari, lungo le anse della linea ferroviaria del treno per risalirvi sopra dopo esserne stato sbalzato per la colluttazione con un milite), che viene portata a termine con pochissimo spargimento di sangue, e pure il finale si discosta con originalità visto che tutti e cinque compreso il più anziano James Daly super-sperto di esplosivi, alla fine sopravvivono. Anche la recitazione è buona, con un grande come Peter"James Phelps" Graves a capo di un cast versatile e ben inserito nei ruoli, con inizialmente persino un breve ruolo di Claudio Gora "anziano" messicano, Gora abituato a fare i ruoli maturi già a 50 anni, difatti campò altre 25 primavere. Ennio Morricone offre un'altra eccelsa colonna sonora e nemmeno tra quelle più note nel complesso della sua sterminata filmografia di circa 500 colonne sonore tra cinema e tv, con un tema maestoso e nemmeno molto ripetuto o invasivo, per cui tutti i "morriconiani" dovrebbero averlo sempre come obiettivo di attenzione, non soltanto i fan dell'opera complessiva di Argento anche come sceneggiatore.
Nonostante la fotografia del fido sodale e amico di Zingarelli e Pedersoli, Enzo Barboni-di lì a poco esordiente alla regia e poi con enorme successo quale "E. B. Clucher" , assieme agli indivisibili sodali citati-, e La scenografia dell'altrettanto bravo e assiduo collaboratore tecnico Enzo Bulgarelli, possono molto per nascondere l'ambientazione nella verde campagna laziale di pini e tigli, durante la lunga sequenza per tutto un articolato tragitto ferroviario, che si vede non può essere il brullo e arsicato Messico, e che fu infatti girato nella dismessa linea ferroviaria Orte-Latina. Eccellente però la ricostruzione di pueblos dei contadini messicani e fortini dell'esercito, distruzioni e incendiamenti della guerra civile, utilizzando i villaggi spagnoli della collaudatissima ambientazione western nella arcinota Andalusia.
RI-editato un biennio dopo come "Mesito- Un Esercito di 5 uomini" con il nome in grande sui manifesti del nome dal personaggio interpretato da Bud Spencer, e adesso in alcune edizioni dvd/BD, come se fosse Pedersoli il protagonista-che non è-, dato l'enorme successo conseguito in coppia con Terence Hill nel frattempo, proprio con Zingarelli-Barboni, nei due "... Trinità".
E difatti già qui, vi sono in piccoli ruoli gli americani Steffen Zacharias e Dan Sturkie, più il nostrano "Tony Norton" Antonio Monselesan.
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