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Il... Belpaese

Regia di Luciano Salce vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il... Belpaese

di axe
6 stelle

Guido Belardinelli, uomo di mezza età e dalle ottime qualità morali, torna nella natìa Milano dopo aver trascorso otto anni nel Golfo Persico, al lavoro su una piattaforma petrolifera. Egli spera di potersi lasciare alle spalle per sempre i disagi connessi alla permanenza in una zona torrida e pericolosa. Scopre, dolorosamente, che Milano lo è di più; in Italia il crimine dilaga. Rileva un'attività commerciale, iniziando a lavorare come orologiaio, per vedere le proprie aspettative rapidamente frustrate. Ma Guido non perde mai la speranza. Un paio d'anni dopo aver realizzato il primo episodio della fortunata serie dedicata al personaggio di Fantozzi, Luciano Salce dirige nuovamente Paolo Villaggio, nel ruolo, in questa occasione, di Guido Belardinelli. Così come l'arcinoto ragioniere, Guido è il classico ... vaso di coccio tra vasi di ferro. Dopo aver lavorato per anni all'estero e in condizioni difficili, al fine di mettere da parte risparmi, Guido torna in patria con il sogno di mettersi in proprio e vivere della propria professionalità esercitando il mestiere di artigiano così come il genitore. Non ambisce alla ricchezza, Guido, bensì alla tranquillità connessa al suo essere cittadino modello. Ma il protagonista non sa cosa accade in Italia; egli ne ha un ricordo falsato dall'idealismo, non corrispondente alla realtà, che la sceneggiatura presenta in maniera grottesca. Nella completa impunità, favorita anche dall'omertà, sono commessi a danni della cittadinanza reati di ogni sorta; furti, rapine, rapimenti, ricatti, estorsioni, atti vandalici. Dilaga la violenza di matrice politica, giustificata da ideologie di ogni genere, spesso non comprese e più evanescenti di una moda; emblematica è, in tal senso, la volubilità di Mia, una giovane donna che stringe un controverso legame con Guido. L'uso di droga è molto diffuso. La gente comune accetta passivamente tutto ciò, adeguandosi. Si difende come può, non esce dopo una certa ora, si barrica in casa o all'interno del proprio veicolo. Subisce in silenzio. Guido, inizialmente, rimane stupito; sopporta, ma non si adegua; esercita resistenza passiva; confida inutilmente in un intervento delle autorità; infine, invita ad una reazione delle masse, da determinarsi sul piano spirituale. Qui si chiude il racconto; ci è dato solo immaginare, dunque, la successiva riscossa materiale. Il protagonista, interpretato da un Paolo Villaggio "fantozziano" ma non troppo (non mancano siparietti tipici del suo personaggi più celebre) è caratterizzato in modo decisamente simbolico. Egli rappresenta le istanze del "buon cittadino"; colui che intende contribuire al progresso della nazione grazie al proprio impegno, e godere dei relativi frutti. Ma le condizioni attuali dell'Italia, dalla quale egli è mancato per anni, non corrispondono alle aspettative. Emerge, dunque, un forte pessimismo del regista nei confronti della società; chi non si adegua al marcio della quale, è un diverso, un escluso, un perdente. Il barlume di speranza che brilla in epilogo non lenisce la tragicità di fondo del racconto. Sono in scena Anna Mazzamauro, nelle eleganti vesti della spietata affarista Signora Gruber; Gigi Reder, Alfredo il cognato del protagonista; Massimo Boldi, Carletto, nipote di Guido, un eroinomane senza possibilità di recupero; Silvia Dionisio, Mia, la giovane "contestatrice" la quale, tuttavia, non sfugge a primigenie dinamiche "sentimentali". Rileviamo apparizioni di Ugo Bologna ed Ennio Antonelli. Il film è ambientato in una Milano in parte ricostruita in teatri di posa, in parte "ritrovata" lungo le strade di Roma. Per l'intera durata del film, la città è sconvolta dai crimini. Ciò inizialmente è divertente; dopo un po' stanca, fiaccando l'interesse. "Il ... Belpaese" non è un film facilmente inquadrabile. Commedia con venature sentimentali, comico, grottesco, dramma ... è l'immagine, frammentata, caotica, che Luciano Salce ci dà del suo tempo, realizzando una critica feroce ed estremamente pessimista sulle sorti della società e di quei pochi che vivono nel ... bel mondo delle idee. Buone le intenzioni, meno la messa in scena; comunque, da vedere.

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