Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Babe, giovane studente ebreo ed anche maratoneta, viene immischiato nelle losche faccende del fratello, il quale ucciso, pare facesse il doppio gioco con il clan di Christian Szell. Babe si trova così coinvolto in questa faccenda, e viene anche addirittura torturato da Szell che vuole estrapolargli possibili informazioni confidatigli da Doc, suo fratello.
Molto apprezzato dal pubblico, “Il maratoneta” del britannico Schlesinger, deceduto l’anno scorso, è un film chiaramente furbacchione, sfruttatore di idee già viste, portate all’eccesso, e di tensioni psicologiche più ridicole che altro, non pregiudica comunque la riuscita di numerose sequenze thriller/suspense. Il cast è ben congeniato, e perfetto in molti casi, la regia fin troppo appariscente tende a predisporre momenti di inaccessa crudeltà fin troppo consapevolmente, consapevole di uno stile anni settanta troppo scenograficamente bello per seguire gli avvicendamenti, comunque arguti e intelligenti. La seduta dentistica è entrata nell’immaginario collettivo, come quella del riconoscimento di Szell per la strada o la fuga di Babe, o ancora la domanda inspiegabile “E sicuro?”, c’è da chiedersi se Schlesinger fosse in crisi d’identità o in vena di genio, però auto-celebrativo.
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