Regia di Frank Capra vedi scheda film
"La vita è meravigliosa" di Frank Capra è diventato il classico film di Natale per tante generazioni di spettatori molto diversi fra di loro, e suscita un grande piacere la lettura di recensioni entusiastiche sul film su diversi blog e forum sul cinema: per fortuna anche gli spettatori odierni sanno commuoversi e comprendere l'elevato valore artistico di quest'opera ormai divenuta leggendaria. Bisogna però ricordare che nel 1946 il film fu un mezzo fiasco a livello commerciale e anche la critica americana lo accolse con qualche perplessità, e che solo nei decenni successivi, grazie ai passaggi televisivi, il film acquistò la sua meritata celebrità. Film sublime, dagli accenti quasi dickensiani, travolgente per la sua carica emotiva e tutt'altro che scontato o sciropposo: non c'è mai facile sentimentalismo o caricatura, ma una vicenda dalle profonde vibrazioni umanistiche, un elogio della perseveranza e della dignità di ogni essere vivente, la cui esistenza viene indicata come indissociabile dall'intera comunità nella quale si trova a vivere. Gigantesca l'interpretazione di James Stewart, un George Bailey così toccante nella sua riconoscibile umanità, che disegna un percorso di evoluzione del personaggio reso con straordinaria sensibilità nel modulare emozioni e stati d'animo contrastanti, ma ottimi contributi anche da parte di tutto il cast di supporto (con menzione d'onore a Lionel Barrymore nella parte del cattivo, che curiosamente si chiama Harry Potter). Capra è stato un regista con inevitabili alti e bassi nella sua carriera, ma qui ha sfoderato tutta la propria genialità e le sue ambizioni creative, purtroppo non ripagate da un'accoglienza fredda che, come dicevo sopra, lo lasciò profondamente amareggiato. Tantissime le sequenze memorabili, ma naturalmente la parte che è entrata di diritto nella storia del cinema è quella della visione alternativa della città senza l'esistenza di George, e poi il finale di assoluta e straripante commozione. L'idea di costruire tutto il film su una conversazione celeste fra entità ultraterrene era molto rischiosa, così come altri tocchi fantastici disseminati nel copione, ma il risultato finale è incredibilmente compatto e coerente, con molti subplot che amplificano da diversi punti di vista la portata umanistica dell'opera, anche e soprattutto se si considera lo sguardo decisamente amaro e pessimista che l'autore getta sulla società americana del dopoguerra, dominata dall'individualismo e dal culto del denaro. In sintesi, "It's a wonderful Life" resta uno dei film da portare sull'isola deserta e da custodire gelosamente per tutta la vita: si consiglia di evitare la versione colorata al computer che spesso passa in tv e di goderselo nel bianco e nero originale.
Voto 10/10
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