Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Max Renn è il presidente di un canale televisivo dalla dubbia programmazione. L'uomo è disperatamente alla ricerca di nuove idee che attraggano un numero maggiore di spettatori e vede in 'Videodrome' una possibile fonte di successo. Lo spettacolo in questione è incentrato sulla tortura gratuita degli ospiti e quando la fidanzata del giovane decide di parteciparvi, il giovane scopre che ciò che credeva essere finzione è molto più vicino alla realtà di quanto pensasse.
Cult assoluto, non solo vetta intoccabile della fantascienza visionaria, ma capolavoro inossidabile dell’intera storia del cinema mondiale. Un incubo ipertecnologico che marchia a fuoco mente e carne, un viaggio disturbante e profetico nel cuore oscuro della comunicazione e del desiderio. David Cronenberg dirige con una perfezione chirurgica, costruendo un’estetica malata e seducente, in cui realtà e allucinazione si fondono fino a diventare indistinguibili. James Woods è semplicemente straordinario nel ruolo dell’uomo-schiavo dell’immagine, vittima e complice di un sistema che lo trasforma dall’interno, mentre Debbie Harry incarna un erotismo contorto, magnetico, perturbante, forse il più disturbante mai proiettato su schermo. Mutazioni corporee, paranoia, delirio mediatico, sadismo e piacere convergono in un’opera che lacera qualunque certezza. L’epilogo? Non solo schiaccia Kubrick: riscrive il cinema, lo smaterializza e lo reinterpreta, plasmandolo come carne viva sotto lo schermo.
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