Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Le battute talvolta taglienti, il ritmo frenetico e gli sbalzi di cattiveria non disdegnano un finale d'altro tono.
Richard Dreyfuss e Danny DeVito, a perfetto agio e nel pieno della loro forma, si fronteggiano quasi brutalmente in un'insolita (e assai poco nota) commedia farsesca di metà anni Ottanta, scritta e diretta dal giovane Barry Levinson a un passo dai successivi trionfi di Good Morning, Vietnam e Rain Man – L'uomo della pioggia. I due protagonisti si ritrovano ad essere avversari su qualsiasi terreno di sfida: sulla strada (la miccia è innescata da un infausto scontro tra le loro Cadillac, enfatizzate come diabolico status symbol fin dai titoli di testa), sul piano lavorativo (a reciproca insaputa sono entrambi rivenditori porta a porta di rivestimenti in alluminio per le abitazioni nella Baltimora del 1963) e su quello sentimentale (col primo che corteggia per pura ripicca la moglie del secondo, ma poi se ne innamora seriamente). Le battute talvolta taglienti, il ritmo frenetico – anche se la parte centrale è leggermente più cedevole di quella iniziale – e gli sbalzi di cattiveria (i colpi e contraccolpi di rappresaglia tra i contendenti, con DeVito che umilia Dreyfuss lanciandogli uova in faccia dopo averlo tramortito) non disdegnano un finale d'altro tono, nel quale i motivi di contrasto diventano disgrazie condivise (e gli opposti, ovviamente, si scoprono più simili di quanto credessero: è nata un'amicizia?). A stagliarsi è l'acuta rappresentazione di una Nazione di lestofanti che – poco importa se "legalizzati" o no, come chiosa a un certo punto la sceneggiatura – si dilettano a tirare a campare fottendo il prossimo (a partire dalla sterminata serie di "trucchetti" che permette ai piazzisti di gabbare i clienti, dallo stratagemma della banconota da cinque dollari a quello delle foto alle case fintamente commissionate dalla rivista Life, ma il discorso è rapidamente ampliato all'intera America). Jackie Gayle è l'amico di DeVito simpaticamente ossessionato da Bonanza, mentre la "signora" contesa dai "due imbroglioni" del titolo italiano è una fantastica Barbara Hershey.
Musica di David Steele, con varie canzoni dei Fine Young Cannibals (che appaiono anche nel film).
Voto: 7 — BUON film
Tin Men - Due imbroglioni con signora (1986): Danny DeVito, Richard Dreyfuss
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