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Sono innocente

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Sono innocente

di steno79
9 stelle

Secondo film americano di Fritz Lang, "You only live once", titolo suggestivo che andrebbe tradotto con "Si vive una volta sola", prosegue sulle stesse linee tematiche il discorso già avviato con "Furia": anche qui si tratta di un dramma a sfondo sociale che chiama in causa la relatività della giustizia, narrando la storia di Eddie, un ladruncolo appena uscito dal carcere che sposa Joan, deciso a portare avanti una vita onesta, ma il Fato gli si mette contro, portandolo di nuovo in carcere per una falsa accusa e ad un passo dalla sedia elettrica...

Il regista tedesco è particolarmente interessato al concetto di "colpa" individuale, ma qui dimostra ampiamente che Eddie è un uomo di buoni principi che si trova stretto in un ingranaggio che finisce per divorarlo, negandogli la possibilità di vivere una vita normale con la moglie a causa degli errori del passato che lo avevano fatto finire per tre volte in carcere, e arrivando a una ingiusta condanna a morte che ovviamente lo sconvolge e lo costringe a prendere decisioni drastiche che stavolta lo porteranno a commettere davvero un crimine... Si direbbe che alla base di questa visione desolata ci sia un influsso del determinismo sociale di marca naturalista alla Zola, ma Lang declina tutto in uno stile fortemente personale che continua ad essere influenzato dall'espressionismo, e ovviamente attacca un sistema giudiziario per molti versi corrotto e fa una polemica contro la pena di morte che in certi casi potrebbe condurre al patibolo persone innocenti, come è successo anche nella realtà.

Come thriller il film risulta avvincente e provvisto di una suspense genuina, ma è anche importante per gli sviluppi che avrà sul genere Noir, con la coppia braccata dalla polizia che fa pensare a Bonnie e Clyde, con una regia che riesce a creare un'atmosfera di disperato romanticismo senza mai cedere all'effettismo melodrammatico, ma con un'ottima definizione dei personaggi e delle loro motivazioni. Bravissimo Henry Fonda, con una maschera che sottolinea implacabilmente la crescente angoscia di Eddie, ma insostituibile anche la Sidney nel secondo dei tre film girati con Lang, attrice che sa modulare una sofferta espressività senza andare sopra le righe e risultando sempre credibile. 

Oggi un po' dimenticato, "Sono innocente" è invece un capitolo essenziale dell'opera langhiana tout-court, un film che si batte per una società migliore dove la giustizia venga amministrata con maggiore scrupolo, e che lo fa con uno stile di grande risonanza e suggestione.

Voto 9/10

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